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Superbonus edilizio addio: il Governo Draghi non lo proroga

La maggioranza alla prova su un tema che crea tensione. In Parlamento la proposta di alleggerimento delle cartelle esattoriali del Fisco

Il Superbonus edilizio al 110% – che ha fatto ripartire un settore in crisi ma al tempo stesso, complici gli scarsi controlli, ha ‘drogato’ i prezzi del mercato creando una sorta di bolla – sta per saltare. Il Governo non intende mettere in campo nuove risorse.

È quanto emerso nella riunione tra la maggioranza e l’esecutivo alla Camera. C’è però la disponibilità a verificare la possibilità di allargare le maglie del meccanismo delle cessioni nell’ambito del Superbonus. In sostanza allargando le cessioni dei crediti ad altri soggetti oltre alle banche, con la sola esclusione delle persone fisiche. Lo stop a qualsiasi nuova proroga giunge dopo che sono finiti i fondi a disposizione. La mossa ha però fatto scattare un braccio di ferro fra l’esecutivo Draghi e la maggioranza di unità nazionale che lo sostiene. Una coalizione eterogenea in partenza che fa sempre più fatica a stare insieme a mano a mano che ci si avvicina alle elezioni politiche della prossima primavera.

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Foto Ansa/Daniel Dal Zennaro

Proprio sull’ampliamento delle cessioni anche l’esecutivo si è mostrato più aperto, annunciando di essere pronto a portare in Parlamento l’ennesima modifica. L’ipotesi è appunto quella di permettere di cedere il credito ad altri soggetti oltre alle banche. Non è però bastata una riunione, convocata alla Camera mentre era in corso il voto di fiducia sul decreto legge PNRR, a siglare un’intesa sul Superbonus.

Braccio di ferro sul Superbonus

L’esecutivo ha detto no all’idea di mettere in campo altre risorse, mentre i rappresentanti dei gruppi parlamentari chiedono più tempo per le villette. Così come per le case popolari e gli spogliatoi degli impianti sportivi. Sulla questione Superbonus il ministro dell’Economia, Daniele Franco, non ammette repliche e mette a verbale di non essere disponibile ad alcun ulteriore ritocco su questo fronte. Anche sulle cessioni, considerate da molti il punto nevralgico, in realtà la posizione appariva inizialmente poco malleabile. Alla fine in realtà qualche spiraglio si apre e ora si aspetta l’emendamento. Chi lavora nel settore guarda proprio al nodo cessioni con crescente preoccupazione.

Il ministro dell’Economia, Daniele Franco. Foto Ansa/Fabio Frustaci

Il guaio dei crediti congelati

La Confederazione nazionale dell’artigianato e della piccola e media impresa chiede e ottiene un incontro con Daniele Franco. “Decine di migliaia di imprese della filiera delle costruzioni non riescono a cedere i crediti d’imposta legati ai bonus per la riqualificazione degli immobiliè l’allarme lanciato al ministro. “Ciò a causa del congelamento del mercato“.

Dilazione nei debiti fiscali

Il tempo stringe. Entro questa settimana dovrebbero chiudersi i lavori delle Commissioni Bilancio e finanze sul disegno di legge Aiuti che, oltre al Superbonus, potrebbe accogliere anche una modifica sui debiti fiscali. A firmare la proposta è stato Luigi Marattin, il quale chiede di far salire da 60mila a 120mila euro il limite delle cartelle per cui sia possibile chiedere il pagamento in 10 anni e 72 rate. Senza che il contribuente debba “documentare la temporanea situazione di obiettiva difficoltà“.

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La Camera dei deputati. Foto Ansa/Alessandro Di Meo

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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