Il Tevere quasi in secca a Roma. Foto Ansa/Fabio Frustaci
L’Italia a passi sempre più veloci verso lo stato di emergenza per la siccità. In quest’avvio di estate si stanno verificando ondate di calore anomale che si sommano alla mancanza di piogge consistenti. Fenomeno che dura da mesi.
Scatta dunque l’allarme per il razionamento dell’acqua in tutto il nostro Paese. “Si potrà proclamare lo stato di eccezionale avversità atmosferica“, per quanto concerne il settore agricolo, e sempre su proposta delle Regioni. “Qualora il danno provocato dalla siccità superi il 30% della produzione lorda vendibile“.
Foto Ansa/Fabio Frustaci
Questo il quadro emerso dalla riunione al Ministero delle Politiche Agricole e Forestali per fare il punto sull’emergenza siccità, alla presenza del ministro delle Politiche Agricole, Stefano Patuanelli, del sottosegretario Gian Marco Centinaio, del Capo della Protezione Civile, Fabrizio Curcio.
Nel corso dell’incontro al ministero delle Politiche agricole “il Capo della protezione Civile Fabrizio Curcio ha informato che è in atto uno stretto collegamento con i presidenti delle Regioni“. E che “le Regioni stesse sono al lavoro sull’individuazione dei criteri al fine di poter dichiarare lo ‘stato d’emergenza“. Lo si legge nel comunicato reso noto al termine dell’incontro. “Non c’è dubbio che c’è una criticità importante dovuta al fatto che non piove da settimane. I fiumi sono in grossa dismissione, il cuneo salino nel Po arriva addirittura a decine di chilometri. La situazione ha una sua complessità“.
La situazione, quindi, è decisamente critica in tutta Italia. Come spiega a Rainews.it Erasmo D’Angelis. L’ex sottosegretario a Infrastrutture e Trasporti è adesso Segretario Generale dell’autorità di bacino distrettuale dell’Appennino centrale. “In questo momento abbiamo 175 comuni del Piemonte, 36 in Lombardia e 14 in Emilia Romagna che sono serviti dalla Protezione Civile” spiega D’Angelis. “Per quanto riguarda il servizio di acqua idro potabile ma c’è allarme rosso per agricoltura e allevamenti soprattutto al Nord e al Centro. Il Sud vive una carenza d’acqua oramai endemica. Vorrei subito dire a tutti: usiamo responsabilmente l’acqua, non sprechiamo”.
Il letto del Po a Castel San Giovanni (Piacenza). Foto Ansa/Pierpaolo Ferreri
A fronte di una situazione di siccità sempre più difficile ci sono in vista ordinanze regionali per razionare l’acqua. La prima a vararne una è stata l’Emilia-Romagna. Non è escluso che questi provvedimenti arrivino presto anche nel resto d’Italia. Come, ad esempio, il divieto di riempimento delle piscine e l’obbligo di privilegiare l‘uso dell’acqua per i fabbisogni primari. È una delle ipotesi, a quanto si apprende da ambienti delle Regioni, sul tavolo della Commissione delle politiche agricole della Conferenza. L’intenzione dei governatori sarebbe comunque quella di chiedere in maniera compatta al Governo lo stato di emergenza al Nord. In alcuni territori, inoltre, ci sarebbero già accordi con le aziende energetiche per l’aumento della percentuale di uso di acque lacustri a scopi umani o agricoli.
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