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Lana Del Rey e il fascino della nostalgia: cosa non ha funzionato

Un po' Priscilla Presley, un po' Nancy Sinatra: l'artista compie oggi gli anni, sebbene abbia fatto perdere un po' le sue tracce

C’è un fascino misterioso che avvolge Lana Del Rey sin dagli albori. Espressione di una controtendenza, ha preferito uno stile lounge Anni ’50-’60 al pop contemporaneo, presentandosi con la sua immagine volutamente retrò. Ma qualcosa negli anni non ha funzionato.

C’è stato un momento, all’inizio degli Anni Dieci del Duemila, in cui il pop ha vissuto un periodo di grande splendore. È stato il momento in cui Katy Perry consolidava il proprio successo con il suo album più fortunato di sempre, Teenage Dream. Affine a quell’estetica “pastellata” ed eccentrica, quasi frutto del miglior incubo distopico, la rivoluzione Lady Gaga aveva preso piede, concretizzandosi con The Fame Monster e, poco dopo, con Born This Way. In quell’esatto frangente, in cui i colori e le forme si rimescolavano nelle combinazioni più improbabili, echeggiava, dapprima in maniera timida e poi sempre più decisa, una melodia anomala per il periodo.

Lana Del Rey
Ansa

Poche note di piano iniziali e un accenno d’arpa inauguravano Video Games che anticipava l’uscita dell’album  Born to Die. E quella voce bassa, calda e sussurrata, che negli anni successivi sarebbe stata essenziale fonte di ispirazione per artiste del calibro di Lorde e Billie Eilish, era il suono della controtendenza indie che prendeva forma in Elizabeth Woolridge Grant, meglio nota come Lana Del Rey.

Lana Del Rey, la controtendenza indie e malinconica

La voce, lo sguardo e la tendenza nostalgica: tutto gridava malinconia nel modo di fare di Lana Del Rey. Come se l’artista sentisse di non appartenere a questo tempo e facesse di tutto per tornare indietro, a partire dal look curato ad hoc. Eyeliner, babydoll e capelli cotonati presi in prestito da Priscilla Presley, ma anche pantaloncini a vita alta stile Lolita sono divenuti ben presto suoi marchi distintivi. A discapito delle aspettative, quel malinconico retrò a cavallo tra lounge e rock, sembrava far presa sul pubblico. Ed Elizabeth Grant, dopo averle provate tutte con Lizzie Grant, May Jailer e Sparkle Jump Rope Queen (i suoi altri nomi d’arte), aveva trovato la sua forma ottimale con Lana Del Rey.

Lana Del Rey
Ansa

Il 2012 è l’anno in cui Born to Die l’ha resa nota al grande pubblico. Oltre all’omonimo singolo e al già citato Video Games, escono National Anthem, Blue Jeans, Summertime Sadness e Dark Paradise. Con l’EP successivo, ovvero Paradise, Lana Del Rey ha già un solido fan-base. Sorprendentemente, l’artista riesce a trovare uno spazio all’interno del panorama musicale, in netta antitesi con la voglia di spensieratezza che caratterizza quegli anni. Il successo, dovuto anche alla realizzazione del brano Young and Beautiful per la colonna sonora de Il grande Gatsby, con Leonardo DiCaprio, rende rapidamente Lana Del Rey un fenomeno pop. Una peculiarità che tradisce gli intenti alla base del suo personaggio, nato come espressione di una nicchia ristretta.

Lana Del Rey
Ansa

Ma, in fin dei conti, è la parabola inevitabile dell’indie: nel momento in cui si diffonde su vasta scala, smette di esserlo. E così è capitato anche per Lana Del Rey. Pur continuando a fare musica – negli anni successivi escono Ultraviolence, Honeymoon, Lust for Life, Norman Fucking Rockwell!, Chemtrails over the Country ClubBlue Banisters – non ha mai più riscontrato il medesimo successo di Born to Die. Allo stesso modo, Lana Del Rey è stata accusata di essere più un fenomeno di costume che musicale, vista la cura dedicata all’immagine a discapito delle discusse esibizioni live (da ricordare la controversa esibizione al Saturday Night Live sulle note di Blue Jeans, nel 2012).

Perché è scomparsa dai social

Insomma, Elizabeth Grant continua ancora oggi ad essere un enigma senza fine, soprattutto dopo aver deciso di disattivare i propri profili social alcuni mesi fa. Se l’artista si è giustificata affermando che dipendesse da “molti atri interessi e altre attività che richiedono privacy e trasparenza“, la verità potrebbe essere un’altra. Per molti, infatti, la decisione dipenderebbe dalle continue pressioni che sin dall’inizio della sua carriera la accompagnano, in riferimento alle accuse di rendere ‘glamour’ le relazioni tossiche, da lei sempre respinte. Quale che sia la verità, però, è innegabile il cambiamento che con sé Lana Del Rey è stata in grado di portare nel panorama musicale.

Lorenzo Cosimi

Cinema e tv

Romano, dopo la laurea triennale in Dams presso l’Università degli Studi Roma Tre, si è poi specializzato in Media, comunicazione digitale e giornalismo alla Sapienza. Ha conseguito il titolo con lode, grazie a una tesi in Teorie del cinema e dell’audiovisivo sulle diverse modalità rappresentative di serial killer realmente esistiti. Appassionato di cinema, con una predilezione per l’horror nelle sue molteplici sfaccettature, è alla ricerca costante di film e serie tv da aggiungere all’interminabile lista dei “must”. Si dedica alla produzione seriale televisiva con incursioni sui social.

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