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Siccità, l’Italia si desertifica: acqua razionata nella valle del Po

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Il Po, il più grande fiume d’Italia, è malato di siccità: sembra un’arida distesa di terra e sabbia. E ora a 125 comuni piemontesi e lombardi si chiede lo stop all’erogazione dell’acqua potabile di notte per non esaurire i serbatoi.

La richiesta, riporta il Corriere della Sera, è rivolta a 100 paesi del Piemonte e 25 della provincia di Bergamo. E arriva da una serie di aziende aderenti a Utilitalia, associazione che riunisce i gestori degli acquedotti. Il Po ha una portata ridotta ai minimi termini. Si tratta della peggiore siccità degli ultimi 70 anni. Il livello medio del fiume è inferiore di 3 metri a quello medio stagionale. “La neve sulle Alpi è totalmente esaurita in Piemonte e Lombardia” spiegano gli esperti.

Foto Ansa

I ghiacciai e le sorgenti in alta quota hanno aiutato ad attutire il disagio della siccità nel mese di maggio ma per quelli a venire la situazione è destinata a peggiorare. “In alcuni territori non piove da 110 giorni” afferma il segretario generale dell’Autorità distrettuale del Fiume Po, Meuccio Berselli. “In decine di comuni di Piemonte e Lombardia sono già in azione le autobotti per l’approvvigionamento di acqua perché i serbatoi locali afferiscono a sorgenti che non ci sono più“.

Come detto, Utilitalia, in rappresentanza delle multiutility del servizio idrico integrato, ha fatto presente, già la scorsa settimana, di aver chiesto ai sindaci di un centinaio di comuni in Piemonte e di 25 in Lombardia (nella Bergamasca) sospensioni notturne dell’acqua. L’obiettivo è quello di accrescere, o quantomeno non veder scendere ancora, i livelli dei serbatoi. Ebbene, in molti di questi comuni, sottolinea Meucci Berselli, le ordinanze sono già in vigore.

Piave in secca nel Trevigiano nel 2012: oggi la siccità continua a peggiorare. Foto Ansa/Andrea Merola

Siccità a Ferrara e in Romagna

Il razionamento dell’acqua per uso idropotabile c’è già” afferma Berselli all’Ansa. Altro fronte che preoccupa per la siccità, oltre al Piemonte e alla Bergamasca, è il Ferrarese. Al quale si aggiunge, sebbene in misura minore, la Romagna. “Nel Ferrarese, un bacino di circa 250mila persone, abbiamo chiesto di prelevare meno acqua possibile“. Circa 300mila sono le persone che invece fanno capo ai potabilizzatori della Romagna. E che sono “al momento più fortunate perché l’acqua arriva dalla diga di Ridracoli che ha immagazzinato buone scorte in autunno“.

La ‘tempesta perfetta’

Il razionamento, in prospettiva, lo rischia anche Roma con tutto il Lazio. Ma c’è già in agricoltura, settore che è “scoppiato“, aggiunge Berselli. “Dove chiediamo di prelevare meno di quanto hanno bisogno, per consentire un deflusso minimo vitale di acqua“. E ciò nonostante questo sia il periodo in cui ci sarebbe maggiore bisogno di acqua per portare a maturazione le colture. Siamo in una “tempesta perfetta, non si era mai visto un anno così. La neve sulle Alpi completamente sparita, ghiacciai in esaurimento, temperature più alte della media, scarse piogge, ventilazione calda che secca i suoli“. “Il Po – conclude Bersellinon aveva una portata così bassa da 70 anni, ma la verità è che la vedremo ancora più bassa“.

L’acqua sarà sempre più preziosa e bisognerà risparmiarla. Foto Ansa/Daniel Dal Zennaro

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore. Segui Domenico su Facebook Segui Domenico su Linkedin

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