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Ucraina, Medvedev: “Odio chi è contro la Russia”

Attacco sui social da uno dei più stretti collaboratori di Putin. Di Maio: "Minacce inaccettabili"

La guerra in Ucraina appare sempre di più, agli occhi dei dirigenti della Russia, un conflitto contro coloro che “vogliono la nostra morte” e contro il mondo occidentale. A Mariupol rischio epidemia di colera, mentre gli eserciti si scambiano i cadaveri dei soldati.

Fanno scalpore le affermazioni su Telegram del vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo ed ex presidente della Federazione russa, Dmitry Medvedev. Riferendosi a chi è contro Mosca afferma: “Mi viene spesso chiesto perché i miei post su Telegram sono così duri. La risposta è che li odio. Sono bastardi e imbranati. Vogliono la nostra morte, quella della Russia. E finché sono vivo, farò di tutto per farli sparire“.

Medvedev Ucraina
Foto Ansa/Epa Grigory Sysoyev

Gravissime e pericolose le affermazioni di Medvedev” è la replica del ministro degli Esteri italiano, Luigi Di Maio. “Sono parole inaccettabili, che ci preoccupano fortemente anche perché arrivano dal vicepresidente del Consiglio di Sicurezza russo. Non è un segnale di dialogo, non è un’apertura verso un cessate il fuoco, non è un tentativo di ritrovare la pace. Sono parole inequivocabili di minaccia verso chi sta cercando con insistenza la pace“. Dall’Ucraina, intanto, il presidente Volodymyr Zelenksy auspica che la Cinausi la sua influenza sulla Russia per porre fine a questa guerra“. “Quanto accade può portare alla terza guerra mondiale. Questo dovrebbe essere una priorità per tutti i leader“, ha spiegato Zelensky in un’intervista a The Global Boardroom del Financial Times.

 

Di Maio
Luigi Di Maio. Foto Ansa/Angelo Carconi

Sul territorio ucraino la guerra non si ferma un istante. Le truppe russe avrebbero deportato residenti di Severodonetsk nei territori che già occupano, mentre altri sono fuggiti dove potevano. Nella città, fra le più contese del Donbass in questo momento, resterebbero 10-11mila persone sugli oltre 100mila iniziali. Cittadini costretti a vivere sotto bombardamenti costanti, senza luce e acqua. Lo riferisce il capo dell’amministrazione militare della città, Oleksandr Stryuk, citato da Espreso Tv. Per il ministro della Difesa russo, Sergei Shoigu, le aree residenziali di Severodonetsk sono “totalmente” sotto controllo russo. E il 97% del territorio dell’autoproclamata repubblica popolare di Lugansk è “libero“, mentre un’offensiva è in corso nel settore di Popasna.

Ucraina, pericolo epidemie

Al Sud, sul Mare d’Azov, Mariupol è invece sull’orlo di un’epidemiaesplosiva” di colera. Lo sostiene il vicesindaco della città ucraina Sergei Orlov. La città, grande come Genova o Bologna, sta “letteralmente annegando” nelle acque contaminate dai rifiuti. E anche dalla decomposizione di sepolture improvvisate, che l’arrivo del caldo quasi estivo sta aggravando. Le forze d’occupazione russe avrebbero messo la città in quarantena. Secondo il ministro della Difesa russo, Sergei Shoigu, citato da Interfax, “il porto di Mariupol è stato liberato dalle mine. Sta funzionando normalmente e ha iniziato a ricevere navi da carico“. “Le operazioni di sminamento nell’acciaieria Azovstal continuano. A oggi sono emersi quasi 15mila ordigni esplosivi“, ha aggiunto.

ucraina azovstal bandiera
La bandiera ucraina issata per settimane sull’acciaieria Azovstal.
di Mariupol. Foto Ansa/Twitter Nexta

I corpi dei combattenti ucraini uccisi nell’acciaieria Azovstal di Mariupol, restituiti dalla Russia alle autorità ucraine, sono ora a Kiev. “Un terzo dei corpi sono quelli dei combattenti del reggimento Azov. L’appartenenza degli altri cadaveri ad altre unità militare è in fase di verifica“, riferisce un rapporto citato da Ukinform. I familiari dei caduti dovranno aiutare le operazioni di identificazione. Il lavoro degli esperti forensi potrebbe durare 3 mesi. Ucraina e Russia hanno scambiato i corpi dei soldati sulla linea del fronte nella regione di Zaporizhzhia il 4 giugno scorso, ricorda Ukrinform.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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