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Report, perquisizioni della Dia dopo la puntata sulla strage di Capaci

Il servizio di Paolo Mondani ha svelato legami tra mafia e destra neofascista

Uomini dalla Direzione investigativa antimafia di Caltanissetta nella redazione di Report. Su mandato della Procura Nissena hanno eseguito, martedì 24 maggio, prima una perquisizione nell’abitazione dell’inviato Paolo Mondani, poi alla sede della trasmissione televisiva.

A rendere nota la notizia è stato il conduttore, e vicedirettore di Rai Tre, Sigfrido Ranucci su Facebook. L’intervento della Dia segue la puntata di Report del 23 maggio. Ieri sera, nel trentennale della strage di Capaci, in cui morirono il giudice Falcone, la moglie e gli uomini della scorta, Paolo Mondani ha ricostruito i fatti svelando circostanze ancora inedite. Relative a un possibile intreccio fra mafia, terroristi neofascisti ed esponenti di Gladio, la massoneria deviata della P2, servizi segreti deviati, quali elementi determinanti per l’esecuzione della strage.

Il motivo della perquisizione di oggi, ha scritto Ranucci su Facebook – sarebbe quello di sequestrare atti riguardanti l’inchiesta di ieri sera sulla strage di Capaci nella quale si evidenziava la presenza di Stefano Delle Chiaie, leader di Avanguardia nazionale, sul luogo dell’attentato di Capaci. Gli investigatori cercano atti e testimonianze anche su telefonini e pc“.

Report, cosa dice il procuratore

Il procuratore di Caltanissetta, Salvatore De Luca, ha affermato, secondo quanto riporta l’Ansa, che la perquisizione che la Dia ha eseguito è nei confronti di “un giornalista che non è indagato“. E che l’inchiesta sul contenuto della trasmissione Report del 23 maggio punta a “verificare la genuinità delle fonti“. La “perquisizione non riguarda in alcun modo l’attività di informazione svolta dal giornalista” ha detto ancora il procuratore nisseno. “Benché la stessa sia presumibilmente susseguente a una macroscopica fuga di notizie, riguardante gli atti posti in essere da altro ufficio giudiziario“.

Il sindacato dei giornalisti

Ci auguriamo che a nessuno venga oggi in mente di ‘molestare’ Report e la sua redazione” ha scritto sui social il presidente della Federazione Nazionale della Stampa (FNSI), Beppe Giulietti. “Dopo la puntata su Capaci – ha twittato – sarà il caso di lasciare in pace la redazione, Paolo Mondani e di perquisire, invece, quelli che, da trenta anni, sono riusciti a restare in una ben protetta ‘oscurità’“. Il capo del sindacato dei giornalisti ha annunciato anche che “andremo nella redazione di Report per decidere iniziative a tutela delle fonti e del segreto professionale“. “Intanto – ha concluso – chiediamo alla Rai di mettere a disposizione i suoi legali a tutela della redazione“.

La replica di Report

Da parte nostra c’è massima collaborazione. Siamo contenti se abbiamo dato un contributo alla magistratura per esplorare parti oscure“. Così, interpellato dall’Ansa, Sigfrido Ranucci ha commentato le perquisizioni. “Il collega – ha sottolineato il conduttore del programma – aveva già avuto un colloquio con il procuratore. Noi siamo sempre stati collaborativi con la giustizia, pur garantendo il diritto alla riservatezza delle fonti“. Ranucci ha spiegato poi che “il decreto di perquisizione riporta la data del 20 maggio, cioè tre giorni prima della messa in onda del servizio“. “Non è un atto ostile nei nostri confronti” ha concluso il conduttore di Report. Infine, ha detto, “abbiamo messo al corrente l’ufficio legale, l’amministratore delegato della Rai, Fuortes, e il nostro direttore (Franco Di Mare, ndr.)”.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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