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Ucraina: Mosca blocca il gas a Polonia e Bulgaria, paesi NATO in allarme

Da oggi 27 aprile stop alle forniture. Falliti i negoziati del segretario dell'ONU. Putin: "Pace solo quando Crimea e Donbass saranno russi"

La guerra in Ucraina si intensifica anche sul piano economico e finanziario. Dal mattino di oggi mercoledì 27 aprile la Russia non invia più gas alla Polona e alla Bulgaria. La Ue sta per varare il sesto pacchetto di sanzioni verso Mosca dall’inizio del conflitto. Falliti i negoziati del segretario dell’Onu, Antonio Guterres, con il Cremlino. Domani 28 aprile sarà a Kiev.

Un attacco a un deposito di munizioni in Russia e un raid ucraino sull’Isola dei Serpenti nel Mar Nero contro i missili Stena-10, hanno segnato la guerra in Ucraina nelle ultime ore. Dopo giornate, quella del 25 e 26 aprile, caratterizzate dall’aumento della tensione tra la NATO e Mosca e dagli scontri in Transnistria che fanno temere un allargamento del conflitto.

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Vladimir Putin e Antonio Guterres a Mosca il 26 aprile

Guterres, il muro di Putin

Falliti, nella sostanza, i colloqui del 26 aprile tra il segretario generale dell’ONU, Antonio Guterres, e i vertici russi. Dopo un incontro con il ministro degli Esteri, Sergej Lavrov, Guterres ha parlato per un’ora con il presidente russo, Vladimir Putin. All’ennesima richiesta di un cessate il fuoco, Putin ha risposto che non ci sarà pace finché Crimea e Donbass non “torneranno” alla Russia.

Pace in Ucraina, nessuno ascolta il Papa

Del conflitto in Ucraina riparla anche il Papa, in un messaggio a un congresso cattolico. “Ogni guerra nasce da un’ingiustizia“, ha detto Francesco, aggiungendo che “è triste vedere che l’umanità non riesce a essere capace di pensare con schemi e progetti di pace“. A dimostrazione di quanto affermato dal Pontefice non ci sono soltanto le parole di Putin, che rifiuta ogni forma di cessate il fuoco. Ma anche quelle della ministra degli Esteri britannica, Liz Truss.

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La ministra degli Esteri britannica, Liz Truss

Quest’ultima si appresta infatti a ribadire, in un discorso anticipato ieri sera, l’intenzione di spingere l’Occidente a un riarmo di fronte all’offensiva russa. Una posizione che ha già espresso nel vertice di Ramstein in Germania. Mosca ha subito replicato minacciando attacchi e rappresaglie anche nei territori dei paesi NATO. E il cancelliere tedesco, Olaf Sholz, cede alla richiesta di armi da parte di Kiev a cui invierà 50 carri armati di ultima generazione.

Gas russo, rubinetti chiusi

Dalle 8 di oggi 27 aprile, intanto, Mosca ha chiuso i rubinetti del gas a Polonia e Bulgaria, per il rifiuto da parte di quei governi di pagare le forniture in rubli. Da parte sua il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky, rilancia l’allarme nucleare. E accusa i russi di avere colpito indiscriminatamente siti nucleari, compreso quello di Chernobyl, rischiando di “spingere il mondo sull’orlo del disastro“. Un pericolo a suo giudizio tutt’altro che superato. Per questo ha sollecitato “un controllo globale sulle dotazioni e sulla tecnologia nucleare” della Russia.

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Da sin., il premier polacco Morawiecki col cancelliere tedesco Scholz. Foto Twitter @MorawieckiM

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Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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