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Ucraina, la procuratrice: “Indagini su 5mila casi di crimini di guerra russi”

Ma all'Onu arrivano anche denunce di stupri commessi dalle forze ucraine

Si allarga lo scandalo internazionale dei crimini di guerra che l’Ucraina attribuisce alle truppe russe in ritirata da alcune zone del paese. La procuratrice generale, Iryna Venediktova, ha fatto sapere che si stanno esaminando non meno di 5mila casi di presunti crimini di guerra.

Ciò non toglie che vi siano presunti crimini di guerra anche da parte delle forze dell’Ucraina. La sottosegretaria generale delle Nazioni Unite, Rosemary DiCarlo, ha riferito di aver ricevuto denunce di stupri i cui autori sarebbero esponenti delle forze ucraine e delle milizie di difesa civili. Mentre membri delle forze russe avrebbero effettuato stupri di gruppo, anche di fronte a minori.

Ucraina Bucha
Civili uccisi e abbandonati per le strade di Bucha. Foto Twitter @Podolyak_M

Ucraina, crimini di guerra a Bucha

La procuratrice ucraina Iryna Venediktova ha detto che i crimini di guerra dei russi su cui l’Ucraina sta indagando sono i primi, “seguiti dai crimini contro l’umanità e dal genocidio“. Lo shock delle immagini dei morti abbandonati lungo le strade di Bucha ha fatto gridare la Russia – e una parte dell’opinione pubblica occidentale, anche italiana – al falso. Mosca sostiene che le stragi e i cadaveri massacrati siano una messinscena degli ucraini, visto che da Bucha i soldati russi si sarebbero ritirati il 30 marzo, mentre le prime immagini dei corpi straziati per strada sono di qualche giorno dopo.

Bucha Ucraina Morti
La comparazione fotografica delle stragi a Bucha smentisce la versione russa dei fatti. Foto Twitter @AFP

Insomma, vi sarebbero stati collocati ad arte. In realtà, lunedì 4 aprile un articolo del New York Times, a firma di Malachy Browne, David Botti and Haley Willis del reparto
Visual Investigations, ha dimostrato che i corpi senza vita dei civili ucraini assassinati e ritrovati in Yablonska Street fra il 1 e il 2 aprile, erano in quelle stesse posizioni da oltre 3 settimane, fra il 9 e l’11 marzo: quando cioè i russi occupavano la città. E lo ha dimostrato tramite l’analisi delle immagini satellitari. La Russia contesta anche la validità delle immagini satellitari, che però appaiono difficilmente smentibili. Anche Agence France Presse ha documentato la stessa cosa del Times – lo mostriamo nella foto sopra – con riferimento però a immagini satellitari più recenti, ovvero del 19 marzo (sempre con la città di Bucha occupata dai russi).

Orrori senza fine in Ucraina

Ma il mosaico degli orrori della guerra in Ucraina si arricchisce tristemente di nuove tessere. Il sindaco di Bucha, Anatoly Fedoruk, ha detto di stimare almeno 320 persone uccise dai russi in città. E ha affermato di aver assistito di persona ad alcune esecuzioni. Come quella di una donna incinta che cercava con altre persone di fuggire verso Kiev in auto, uccisa dai militari di Mosca.

Il video del ciclista ucciso dal blindato russo

Un filmato ripreso da un drone ucraino a fine febbraio e diffuso nelle ultime ore mostra un ciclista che percorre solitario una strada – che successivamente sarà ripresa piena di cadaveri – e, appena svolta a un incrocio, viene abbattuto dai colpi sparati da un’autoblindo russo appostato sulla traversa. Il suo cadavere appare nella stessa posizione un mese dopo, accanto alla bicicletta. Il quotidiano inglese The Guardian ha pubblicato una foto che mostra una fossa comune appena scoperta a Bucha, accanto a una chiesa. Ci sono inoltre soldatesse ucraine, prigioniere di guerra dei russi, poi liberate, che hanno detto di essere state umiliate, intimidite e costrette a denudarsi.

“Sanzioni alle figlie di Putin”

Oggi, nel 42° giorno di guerra, preannunciato nella notte da allarmi aerei a Zaporizhzhia e nella lontana Leopoli, la comunità internazionale si appresta a un’ulteriore stretta su Mosca. Nuove sanzioni sono in programma da parte degli Stati Uniti contro altre banche e imprese statali. Ma il centro del mondo oggi sarà a Bruxelles, dove gli ambasciatori dell’Unione europea vareranno un quinto pacchetto di sanzioni che bandiranno il carbone russo e impediranno alle navi di approdare nei porti europei e ai tir di entrare. E potrebbero colpire – anticipa il Wall Street Journal – le figlie di Vladimir Putin.

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Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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