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Ucraina, Salvini contestato in Polonia: schiaffo anche da Audi e Colmar

I marchi temono un ritorno d'immagine negativo perché il leghista indossava un giubbotto con i loro simboli

Il blitz di Salvini a Przemysl, al confine polacco con l’Ucraina, l’8 marzo, continua ad avere effetti negativi per l’ex ministro dell’Interno. Audi e Colmar hanno preso le distanze dopo che sui social è circolata l’immagine del giubbotto griffato con i loro simboli aziendali indossato dal leader leghista.  

Il giubbotto era in realtà della onlus Cancro Primo Aiuto, e per questo griffato da varie aziende, non solo Colmar e Audi. In due note pressoché identiche sui rispettivi account social sia Colmar che Audi scrivono la loro contrarietà alla guerra in Ucraina, pur senza nominare mai Salvini. Tuttavia il riferimento è chiaro. L’episodio accade infatti poche ore dopo che l’ex ministro dell’Interno si è visto contestato dal sindaco di Przemysl. Il quale gli ha rinfacciato le sue dichiarazioni pro-Putin fatte in passato e gli ha polemicamente regalato la maglietta col volto del presidente russo.

Salvini, la nota di Audi e Colmar

In merito a quanto emerso a mezzo social circa l’associazione erronea del marchio Colmar alle esternazioni di una rappresentanza della politica italiana, Colmar rimarca la propria opposizione a qualsiasi forma di promozione o sponsorizzazione di personalità politiche italiane ed estere e di qualsiasi loro esternazione passata, presente o futura. Colmar afferma la propria assoluta opposizione alla guerra in ogni sua forma“.

Salvini Polonia Contestazione
Dal sito Nowiny24.pl Foto Krzysztof Kapica

Molto simile la presa di posizione di Audi: “In merito a quanto erroneamente evidenziato a mezzo social circa l’associazione del marchio Audi alle esternazioni, passate, presenti o future di una rappresentanza politica italiana, Audi Italia rimarca con fermezza la piena adesione alle regole di compliance del Gruppo Volkswagen che impediscono qualsiasi forma di promozione o sponsorizzazione di personalità politiche. Audi Italia unitamente a Volkswagen Group Italia conferma inoltre la propria assoluta opposizione alla guerra in ogni sua forma.

Cosa è successo in Polonia

Il leader della Lega, Matteo Salvini, ha subito un’inattesa contestazione appunto in Polonia, martedì 8 marzo. Il sindaco di Przemysl, Wojciech Bakun, si è rifiutato di riceverlo. Salvini era in visita alla stazione dove arrivano i profughi dall’Ucraina in guerra. Davanti ai giornalisti, il sindaco lo ha contestato regalando a Salvini, polemicamente, una maglietta di Putin: “La maglietta del tuo amico“. Bakun ha prima ringraziato l’Italia per l’aiuto all’accoglienza dei rifugiati ucraini e poi ha mostrato la maglietta. Rivolgendosi a Salvini ha detto: “Io non la ricevovenga con me al confine a condannare Putin“. La maglietta è esattamente quella pro-Putin che il leader della Lega aveva esibito in una foto anni addietro, indossandola sulla piazza del Cremlino, e che in questi giorni è tornata a circolare sui social. Alla fine della giornata è scattata la risposta di Audi e Colmar, i cui dirigenti si sono visti indirettamente messi alla berlina a causa della ‘pioggia’ di critiche che il leader leghista, col giubbotto griffato dei loro marchi, ha ricevuto sui social per la sua visita in Polonia.

Salvini Putin Maglietta
La foto di Salvini a Mosca con la maglietta di Putin, alcuni anni fa

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Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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