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Il Presidente Mattarella si taglia lo stipendio

Il Capo dello Stato rinuncia a 60mila euro all'anno, replicando così la scelta già compiuta nel primo mandato

Come già per il primo mandato, anche per questo secondo settennato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha chiesto al ministero dell’Economia e finanze di ridurre il suo assegno personale.

Lo stipendio del Presidente della Repubblica lo stabilisce la legge. Sergio Mattarella ha domandato ufficialmente che gli sia nuovamente ridotto, in misura pari al trattamento pensionistico che riceve dall’Inps per i suoi anni da professore universitario.

Mattarella Giuramento Camera Vigilia
Foto Twitter @Quirinale

Quanto guadagna il Presidente

In Italia il Capo dello Stato (chiunque esso sia) per lo svolgimento della sua funzione guadagna una somma annuale di 239.182 euro lordi. Per Mattarella tale somma sarà ora ridotta di circa 60 mila euro, portando l’importo lordo annuo che egli percepirà a un totale esatto di 179.835,84 euro. Lo si legge in un comunicato del Quirinale. Contestualmente, continua il comunicato, il presidente Mattarella ha confermato la rinuncia anche per il nuovo settennato all’adeguamento dell’assegno personale all’indice dei prezzi al consumo (adeguamento Istat). Un tale adeguamento non è cosa da poco. Avrebbe comportato per Mattarella un aumento di circa 16mila euro. Infine – in base alle norme vigenti – il Presidente della Repubblica non percepisce – né percepirà in futuro – il pagamento della pensione (vitalizio) come ex parlamentare.

Quirinale Mattarella Draghi

Mattarella e la guerra in Ucraina

La decisione di Mattarella appare significativa anche in relazione alla tragedia della guerra in Ucraina. E all’ondata di migliaia di profughi, senza più niente, che stanno arrivando in Italia dopo l’invasione russa. Sul tema della guerra in Ucraina il Presidente della Repubblica è intervenuto lo scorso 25 febbraio, secondo giorno dell’invasione russa, quando, per altri motivi, ha visitato Norcia, in Umbria. “Una nuova tragedia si è abbattuta sull’Europa con violenza, e non su un solo Paese ma sull’intero Continente, mettendo in pericolo pace e libertà. E questo riguarda ciascuno di noi” ha dichiarato il Capo dello Stato. “Non possiamo accettare che la follia della guerra distrugga quello che i popoli dell’Europa hanno costruito“, ha aggiunto.

“Oggi l’Ucraina, domani non sappiamo”

Mattarella ha inoltre chiarito l’intenzione dell’Italia di non essere “disposta a piegarsi alla violenza della forza. Oggi usata per l’Ucraina ma domani non sappiamo per quali altri obiettivi”. Un’affermazione che appare come indiretto riferimento all’azione bellica scatenata da Vladimir Putin contro Kiev nel presente, senza che per il futuro sia possibile escludere altre aggressioni russe a paesi vicini. Nel corso della sua visita a Norcia, Mattarella ha quindi messo in guardia: “L’Europa rischia di precipitare in un vortice di conflitti di cui è impossibile prevedere gli sviluppiNessuno può dirsi certo di restare immune. Per la pace e la libertà gli italiani saranno certamente intransigenti, determinati, uniti”. “Il mondo che ha saputo superare la Guerra fredda non intende vedere calpestati i principi della convivenza internazionale” ha concluso il Presidente della Repubblica.

Mattarella Norcia Basilica Terremoto
Il Capo dello Stato a Norcia il 25 febbraio. Foto Twitter @Quirinale

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Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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