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Quirinale, nuova giornata di passione. Verso il Mattarella bis. Casini: “Ora via il mio nome”

Nuovo scrutinio in corso a Montecitorio. Draghi parla con Mattarella: "Resta, per il bene del Paese"

AGGIORNAMENTO ORE 12:30 – Il premier Mario Draghi ha avuto un colloquio di venti minuti questa mattina con il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. È opportuno resti al Quirinale “per il bene e la stabilità del Paese“, avrebbe detto Draghi al Capo dello Stato uscente e ai leader politici, che sta sentendo in queste ore. A questo punto crescono fortemente le probabilità che, facendo forza sulla sua riluttanza, Mattarella accetti di proseguire il mandato almeno di un anno, fino alle elezione politiche del 2023. In questo modo Draghi rimarrebbe premier. Al tandem Mattarella-Draghi apre anche Salvini. Rabbia di Fratelli d’Italia: Meloni, notoriamente contraria al bis del Presidente, sarebbe su tutte le furie. Già nel 2013 Draghi aveva sbloccato lo stallo sull’elezione del Capo dello Stato chiamando Giorgio Napolitano e persuadendolo, narrano le cronache, ad accettare un secondo mandato. A delle ultime evoluzioni di stamani, Pier Ferdinando Casini ha chiesto “al Parlamento di togliere il mio nome e chiedere al Presidente della Repubblica di continuare il mandato“.

 

Settima votazione del Presidente della Repubblica, stamani 29 gennaio in Parlamento, dopo la nuova fumata nera di ieri per il Quirinale. A seguito del precedente siluramento della Presidente del Senato, Casellati, e delle nuove tensioni che si sono registrate tra gli schieramenti e all’interno delle stesse alleanze, le coalizioni stanno votando in ordine sparso. C’è attesa anche per il vertice di maggioranza e le trattative sono frenetiche. Impossibile che stamani sia eletto il nuovo Capo dello Stato: il Centrodestra si astiene mentre PD,M5S e Italia Viva votano scheda bianca.

Quirinale, FI al vertice di maggioranza

Per la prima volta Antonio Tajani, coordinatore nazionale di Forza Italia, partecipa al vertice sul Quirinale tra i leader della maggioranza che sostiene il Governo Draghi, con Enrico Letta, Giuseppe Conte e Matteo Renzi. Ciò avviene dopo l’incrinatura dell’alleanza di Centrodestra. Nella serata di ieri, dopo il naufragio della candidatura di Elisabetta Casellati, impallinata da decine di franchi tiratori, Berlusconi ha tolto a Salvini la delega a trattare anche per FI. I centristi – Udc di Lorenzo Cesa, Noi per l’Italia di Maurizio Lupi e Coraggio Italia di Giovanni Toti –  vogliono Pier Ferdinando Casini al Colle.

Letta Enrico Quirinale
Il segretario del PD, Enrico Letta

Letta: “È durissima, ma si riparte

Nella notte si è riunita anche la cabina di regia del M5S. Giuseppe Conte dopo aver incontrato i leader di PD e LeU ha infatti raggiunto i vicepresidenti, capigruppo e ministri e coordinatori dei comitati del Movimento. Il ministro Luigi Di Maio era presente in collegamento. Sul Quirinale “oggi si riparte con un metodo di confronto caratterizzato da un elemento in più: il Centrodestra si è formalmente spaccato. Politicamente è un punto essenziale“. Così il segretario Dem Enrico Letta, secondo quanto riferito da fonti del Nazareno, all’assemblea con i grandi elettori. “Si è ragionato di vari nomi, tanti, dal nome di Draghi, a Mattarella, la Cartabia, la Severino, la Belloni e gli altri come Amato e Casini. Attorno a tutti questi nomi si è cominciato a discutere. Poi ciascuno ha fatto delle verifiche a casa sua“, avrebbe detto Letta, secondo quanto riferito da fonti del Nazareno. “È durissima. Fortuna che c’è il Pd. Fortuna che c’è l’unità del Pd“.

Casini: “Italia prima di tutto

Intercettato sotto casa, nei pressi di piazza del Gesù, a Roma, Pier Ferdinando Casini, non si è negato ai cronisti sul tema Quirinale. E a un giornalista dell’Ansa ha dichiarato: “Il mio nome può essere sul tavolo solo se rappresenta un momento di unità e di convergenza. L’Italia viene prima delle nostre ambizioni personali”. Casini, 66 anni, senatore ed ex Presidente della Camera dei Deputati, è in lizza assieme almeno ad altri tre nomi con probabilità di successo: Giuliano Amato, 83 anni, ex premier e oggi vicepresidente della Consulta che sarà eletto al vertice proprio oggi; il premier Mario Draghi, 74 anni, e lo stesso Capo dello Stato uscente, Sergio Mattarella, 80 anni. Appaiono in calo le quotazioni su un nome femminile, dopo la bocciatura trasversale non solo di Elisabetta Casellati ma anche, di fatto, del capo dei servizi di intelligence, Elisabetta Belloni, 63 anni.

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Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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