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Quirinale, ddl per l’abolizione del semestre bianco. E Mattarella potrebbe restare

Testo PD in Senato. Per alcuni un 'dono' al giurista di Palermo, che potrebbe acconsentire a essere l'ultimo Capo di Stato che succede a se stesso

Abolire il semestre bianco e, di conseguenza, vietare espressamente la rieleggibilità del Presidente della Repubblica. È l’obiettivo del Partito Democratico che ha depositato un disegno di legge costituzionale per modificare gli articoli 85 e 88 della Costituzione. Il ddl porta la firma dei senatori Dario Parrini, Luigi Zanda e Gianclaudio Bressa.

Zanda: “Il prossimo Presidente non c’entra…

Al Sole24Ore Zanda ha sottolineato come “l’impossibilità di sciogliere il Parlamento per sei mesi costituisca una rottura della continuità del nostro sistema“. Secondo il veterano dei senatori dem, si deve “poter prevedere una via di uscita costituzionale da qualsiasi eventualità di stallo parlamentare. Quanto all’espresso divieto di rieleggibilità del Capo dello Stato, “si tratta di una modifica opportuna che è conseguenza dell’abolizione del semestre bianco“. Zanda ha poi sostenuto che “non c’è alcuna connessione tra la nostra proposta e l’appuntamento per la scelta del prossimo Presidente“.

Semestre bianco sulla graticola

In realtà, poi, Luigi Zanda ha sottolineato come la prossima elezione del Presidente della Repubblicasarà certamente più difficile” rispetto a tutte quelle precedenti. E ciò a causa della “frammentazione del Parlamento“, e della “concomitanza della crisi economica con l’emergenza sanitaria“. Un modo di dire che se l’attuale inquilino del Colle restasse al suo posto, facendosi rieleggere, tutto sarebbe più semplice? Non è escluso. Secondo alcuni osservatori, la mossa dem di presentare un ddl per l’abolizione del semestre bianco, e per stabilire il divieto di rieleggibilità del Capo dello Stato, è un invito a Mattarella.

Il corteggiamento a ‘Re Sergio’

Il giurista siciliano ha più volte fatto intendere di non essere disponibile a un bis. La sua rielezione – la seconda consecutiva dopo il solo precedente di Giorgio Napolitano – potrebbe definitivamente sdoganare il secondo mandato per i presidenti della Repubblica. Perciò Mattarella si è schierato a favore dell’inserimento nella Carta del divieto di rielezione (e quindi il semestre bianco non servirebbe più). Lo ha fatto anche quando ha ricordato Antonio Segni e Giovanni Leone, che avevano già proposto di vietare espressamente la rielezione del Capo dello Stato. Se però il Pd dovesse impegnarsi a inserire a tutti i costi in Costituzione il divieto di rielezione, forse l’attuale capo dello Stato potrebbe anche ipotizzare di cedere alle richieste dei partiti.

Abolizione del semestre e scenario possibile

Con la pandemia alla sua virulenta quarta ondata, Mario Draghi rimarrebbe a Palazzo Chigi fino alla fine della legislatura (2023), in modo da evitare il voto anticipato. Al Colle, invece Mattarella accetterebbe un nuovo mandato a tempo come Napolitano. Perché saprebbe che – con il divieto di rielezione, come da suo auspicio – il suo sarebbe l’ultimo caso. Si tratta solo di uno scenario. Ma che troverebbe gradimento non soltanto nel PD, bensì anche negli altri partiti che non vogliono le elezioni anticipate. Ovvero Forza Italia, i Cinque Stelle e la Lega. La vera incognita resta sempre lui: Re Sergio. Portargli in dote l’abolizione del semestre bianco con divieto di rieleggibilità, salvo la sua, potrebbe non bastare a convincerlo.

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Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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