5 film per cui Leonardo DiCaprio avrebbe meritato l’Oscar prima di “The Revenant”
Era il 28 febbraio 2016 e l'interprete statunitense aveva finalmente smesso di essere un "meme"
Prima di suscitare le “ire” di Jeff Bezos, fondatore del colosso Amazon, Leonardo DiCaprio aveva infiammato i social per un altro motivo. In molti, infatti, ricorderanno come, soprattutto a ridosso della cerimonia dei Premi Oscar, il suo volto fosse diventato un meme (in gergo webnativo, un contenuto virale). All’ennesima nomination, con Revenant – Redivivo (The Revenant), per la regia di Alejandro González Iñárritu, l’interprete statunitense era ancora senza statuetta. C’era chi già ironizzava, digitando che ad essere insignito dell’Academy Awards prima di lui sarebbe stato l’orso (chi ha visto il capolavoro firmato Iñárritu sa). Eppure – finalmente, ci sarebbe da aggiungere – quel fatidico 28 febbraio 2016, Leonardo DiCaprio ha spezzato la maledizione. E con un discorso quanto mai attuale – in vista della COP26 – ha ritirato l’ambito riconoscimento entrando nell’Albo d’Oro.
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“Voglio solo dire questo: The Revenant racconta il rapporto dell’uomo con il mondo naturale, un mondo che nel 2015 è passato attraverso l’anno più caldo della storia. La nostra produzione si è dovuta spostare alla punta meridionale di questo pianeta solo per trovare la neve. Il cambiamento climatico è reale.” – ha difatti affermato Leonardo DiCaprio sul palco del Dolby Theatre, chiosando infine – “Cerchiamo di non dare questo pianeta per scontato. Non prendo questa sera per scontata. Grazie mille.” Insomma, che abbia contribuito a scrivere la storia del cinema degli ultimi tre decenni – soprattutto al fianco della partner in crime Kate Winslet – è ormai assodato. Di seguito, dunque, ripercorriamo le 5 performance con cui, a nostro avviso, avrebbe meritato l’ambita statuetta, prima ancora di The Revenant.
1. Buon compleanno Mr. Grape (1993)
Prima ancora di rivestire i panni di Jack Dawson le kolossal di James Cameron Titanic, incantando con il suo aspetto angelico, Leonardo DiCaprio si era distinto per il ruolo di Arnie, al fianco di nientemeno che Johnny Depp. Buon compleanno Mr. Grape (What’s Eating Gilbert Grape), per la regia di Lasse Hallström, racconta la delicata storia di Gilbert (Depp), alle prese con il fratello minore Arnie (DiCaprio), in procinto di compiere 18 anni e affetto da disturbo dello spettro autistico. Quarto lungometraggio per l’allora 19enne – futuro – Jack Dawson, riuscì a fargli ottenere la sua prima nomination al Premio Oscar, unica come Miglior Attore Non Protagonista.
2. The Aviator (2004)
A partire dal 2002 con Gangs of New York, Leonardo DiCaprio ha stretto un sodalizio artistico con Martin Scorsese (che nel 2022 si riconfermerà con Killers of the Flower Moon). Esattamente due anni dopo, l’interprete statunitense, ormai affermato sul grande schermo, si apprestava a farsi dirigere per la seconda volta da Scorsese. Dalla loro seconda collaborazione nacque il biografico The Aviator, incentrato sulla figura di Howard Hughes. Film dal sapore squisitamente metalinguistico – componente essenziale nel cinema di Scorsese, da Taxi Driver a Hugo Cabret – offre un ritratto sfaccettato del regista e aviatore, dalla sua ossessione iniziale per il sonoro al folle amore con Katherine Hepburn (interpretata da Cate Blanchett che per la sua performance ha ottenuto l’Oscar). Grazie alla pellicola, inoltre, DiCaprio ottenne la sua prima nomination all’Academy Award come Miglior Attore Protagonista, ricevendo inoltre un Golden Globe.
3. Revolutionary Road (2008)
A undici anni di distanza dall’uscita di Titanic, Leonardo DiCaprio e Kate Winslet sono tornati insieme sul set, diretti da Sam Mendes (allora sposato con Winslet). Oltre a riunire l’iconica coppia del grande schermo, Revolutionary Road ha offerto due performance indimenticabili (indimenticabile la scena del litigio, che già di per sé sarebbe valsa la statuetta ad entrambi!). Basato sull’omonimo romanzo edito nel 1961 di Richard Yates, la vicenda ripercorre il matrimonio burrascoso di Frank e April Wheeler, in una New York che ci riporta indietro negli anni Cinquanta. I due coniugi sono divisi tra la necessità di seguire le aspettative sociali dell’epoca – che non contemplano l’idea del divorzio – e l’esigenza di portare avanti le proprie aspirazioni.
4. Shutter Island (2010)
Ancora una volta, un progetto firmato Martin Scorsese. Basato sull’omonimo romanzo del 2003 di Dennis Lehane, edito in Italia con il titolo L’isola della paura, Shutter Island è un vorticoso thriller psicologico, ambientato – anch’esso – negli anni Cinquanta. Nei panni dell’agente federale Edward Daniels spedito per delle indagini all’Ashecliff Hospital, situato sull’isola che dà il titolo al film e specializzato sulla cura di criminali affetti da disordini mentali, offre un’altra performance indimenticabile. Nella sua progressiva presa di coscienza della sua vera identità e del reale motivo per cui si trova nella clinica, il divo statunitense accompagna lo spettatore, fino al colpo di scena finale. Ed è allora, infatti, che Daniels, con una domanda che non avrà mai risposta, dimostra di aver capito: “Cosa sarebbe peggio? Vivere da mostro o morire da uomo per bene? ”
5. Django Unchained (2012)
Prima collaborazione con Quentin Tarantino – riconfermata nel 2019 con C’era una volta a… Hollywood – Django Unchained è un omaggio al celebre Django del 1966 con Franco Nero. Sullo sfondo della Guerra Civile Americana, il western segue la vicenda del dott. King Schultz (Christoph Waltz), cacciatore di taglie, e del suo schiavo Django Freeman (Jamie Foxx), in cerca di due fuorilegge. Quest’ultimo è inoltre in cerca della moglie Broomhilda von Shaft (Kerry Washington), acquistata come schiava dal ricco e famigerato latifondista del Mississipi Calvin Candie (Leonardo DiCaprio). In un’inedita versione western, l’ex Jack Dawson ha dimostrato di averne fatta di strada da Titanic, in un’interpretazione non priva di ostacoli: si pensi alla rottura del bicchiere, non prevista dal copione, durante la quale DiCaprio si tagliò veramente – per sbaglio – la mano. E, nonostante la fuoriuscita di sangue, continuò ad andare avanti. Insomma, The Show must go on!
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