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Genova, Ponte Morandi: respinta l’istanza di Aspi. Viadotto sequestrato a Catanzaro

Un altro ponte, il Bisantis, è finito nel mirino dei magistrati calabresi dopo intercettazioni shock sul materiale scadente usato per la manutenzione

L’inchiesta sul crollo del Ponte Morandi a Genova va avanti. La Corte d’appello del capoluogo ligure ha rigettato l’istanza di ricusazione presentata dai legali dell’ex amministratore delegato di Autostrade per l’Italia, Giovanni Castellucci, assieme ad altri imputati. Castellucci, tramite i suoi avvocati, intendeva ricusare la giudice per l’udienza preliminare (Gup) Paola Faggioni. Secondo i legali dell’ex ad di Aspi, la Gup, che aveva firmato le misure restrittive nell’inchiesta sulle barriere anti rumore pericolose, aveva espresso giudizi sul procedimento principale. Ovvero quello relativo al crollo del ponte Morandi. In questo modo – è l’accusa – avrebbe violato il principio di imparzialità del giudice.

Ponte Morandi, le barriere pericolose

Ma la Corte d’Appello ha bocciato questa tesi e ha rigettato l’istanza di ricusazione. A questo punto, l’udienza di lunedì prossimo proseguirà, sebbene i legali di Castellucci possano fare ricorso in Cassazione. Sono ora almeno 6 gli ex dirigenti di Aspi e Spea (la società delle manutenzioni, controllata da Autostrade per l’Italia) che sono indagati sia nel procedimento sul crollo del Morandi che in quello sulle barriere ritenute pericolose.

Cosa hanno detto i giudici

Per i giudici della Corte d’appello di Genova la giudice Paola Faggioni “non risulta aver formulato alcuna valutazione.” Non ha cioè valutato la “responsabilità dei ricorrenti in relazione agli specifici fatti” relativi al crollo del Morandi. Faggioni, sostengono i magistrati che hanno rigettato la richiesta di ricusazione, “si è solo incidentalmente espressa in relazione alla vicenda scaturita dal crollo del ponte“. Si tratta, aggiungono, “di procedimenti distinti per fatti diversi. Non ha espresso una valutazione sulla colpevolezza o innocenza degli attuali imputati“.

Catanzaro, l’altro ‘Ponte Morandi’

Appena due giorni fa, in Calabria, la procura di Catanzaro ha disposto il sequestro del viadotto Bisantis. Noto come Ponte Morandi di Catanzaro, il viadotto è finito nel mirino delle toghe assieme alla galleria Sansinato sulla Statale 280 dei Due Mari. La misura è scattata nell’ambito dell’indagine che ha portato all’esecuzione di misure cautelari nei confronti di un ispettore della Guardia di Finanza, di due imprenditori e di una loro collaboratrice. I magistrati hanno inoltre disposto l’interdizione dall’esercizio della professione per un ingegnere dell’Anas (6 mesi) e per un geometra (9 mesi). Il Gip ha anche deliberato il sequestro preventivo di tre società di costruzione. E anche di oltre 200mila euro quale profitto dei reati contestati. Dalle conversazioni intercettate dagli inquirenti emerge che per il viadotto Bisantis sarebbe stata impiegata una malta di qualità scadente rispetto a quella inizialmente decisa.

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Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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