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“Senza crescita debito fuori controllo”, Gentiloni sprona la Ue e studia da Presidente (della Repubblica)

Il Commissario all'Economia delinea il futuro dell'Unione e chiama a raccolta gli Stati membri per "una nuova strada da percorre con mente aperta"

Il Commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni, ha il pallino del debito pubblico degli Stati membri e dell’Italia in particolare, di cui è stato premier. Qualcosa che non lo diverte, sia chiaro. Ma che gli sta a cuore, tanto da farlo apparire quasi fastidioso a volte, come il grillo parlante con Pinocchio. Che c’entra, adesso che i paesi Ue sono in corsa per effettuare le riforme e assicurarsi i fondi del Recovery, mettere l’accento sulla possibile esplosione dei debiti? C’entra, eccome.

Gentiloni, la crescita unico antidoto

Dobbiamo riflettere su come le nostre regole di bilancio possano garantire una graduale e una realistica riduzione degli elevati livelli di indebitamento” ha detto il Commissario Ue a una conferenza sulle scelte strategiche dell’Europa per il 2021. E questo va fatto “senza soffocare la crescita“. Perché “senza crescita sarà estremamente difficile controllare il debito“. Secondo Gentiloni c’è un’evidenza, che i dati del secondo trimestre di quest’anno mostrano chiaramente. Come quando “il debito pubblico dell’area dell’euro è sceso al 98% grazie al rimbalzo del Pil“.

Le regole Ue non saranno più le stesse

Credo che ci sia un’ampia comprensione del fatto che non sia una questione di ‘se’ cambiare le regole, ma piuttosto di ‘come’ cambiarle“, ha aggiunto Gentiloni. Nel mondo della pandemia l’Unione europea non è più, e non rimarrà, la stessa. Non sarà più ancorata al Patto di Stabilità e ai parametri di Maastricht come a dei feticci. Nei prossimi mesi Bruxelles vuole impegnarsi “su questo ‘come’” cambiare le regole fra i 27. Per “costruire un consenso” tra gli Stati membri “sulla strada da percorrere, con mente aperta, nuove idee e pensieri“.

La corsa al Colle e l’idea Gentiloni

La spinta del Commissario della ‘giunta’ von der Leyen appare come un progetto di pianificazione del futuro europeo. Un’idea che guarda al domani. Forse anche al futuro prossimo dello stesso Gentiloni. Il quale, chissà se suo malgrado, potrebbe diventare nelle prossime settimane un candidato forte per succedere a Sergio Mattarella come presidente della Repubblica. Secondo alcuni osservatori sarebbe l’ex primo ministro, infatti, il candidato in pectore del segretario dem, Enrico Letta così come del presidente M5S, Giuseppe Conte. L’unico in grado di tenere insieme lo schieramento ‘largo’ di Centrosinistra – da Calenda a Speranza, salvo i mal di pancia di Renzi – facendo breccia anche in Forza Italia e nei leghisti pro Giorgetti. E chissà se alla fine, dovesse Gentiloni liberare la ‘poltrona’ di Commissario all’Economia per diventare Capo dello Stato, a Bruxelles il premier Draghi non mandi proprio il sempre più draghiano ed europeista ministro dello Sviluppo economico.

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Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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