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G20, monetine scaramantiche a Fontana di Trevi. Ma il clima spacca i grandi del mondo

Non basta affidarsi al rito propiziatorio popolare: la giornata decisiva del summit, sulla salute del pianeta, si annuncia difficile

La seconda e più importante giornata del G20 di Roma, nel corso della quale i grandi del mondo dovranno trovare un’intesa sul rafforzamento della lotta ai cambiamenti climatici – pena un grave insuccesso politico e di immagine – è cominciata con il lancio delle monetine alla Fontana di Trevi. Il gesto, che forse non casualmente il premier italiano Draghi a evitato di compiere, da un lato fa simpatia.

G20, i big fra Trevi e Navona

Dall’altro comunica una sensazione che i primi commenti sui social rimarcano: ma perché? Il mondo è attraversato da una pandemia devastante, dai cambiamenti del clima che rischiano di penalizzare le future generazioni per decenni, e non è possibile fare a meno di una ‘piacioneria’ che potrebbe risultare quasi offensiva? Inutile aggiungere che a Roma c’è anche chi ha mangiato e molto bene. Come il premier Boris Johnson, a cena al ristorante enoteca Giulio Passami l’Olio nei pressi di piazza Navona. Sia come sia, una cosa è certa: il clima e lo sviluppo sostenibile saranno oggi al centro dell’agenda del G20. E da Biden a Draghi, i leader non possono sbagliare.

G20 Johnson Roma Ristorante
Foto Facebook @giuliopassamiloliorm

Cop26, oggi al via

Al di la del fatto che sul tema dell’ambiente si è cominciato con l’intervento di un personaggio protagonista più del gossip che della lotta ai cambiamenti climatici – il principe Carlo d’Inghilterra – i grandi del mondo hanno di fronte a sé un’occasione unica. Al G20 di Roma, infatti, segue a ruota la Cop26 di Glasgow delle Nazioni Unite, che si è aperta questa mattina e che durerà fino al 12 novembre. Due settimane, in pratica, in cui occorrerà indicare con precisione e rigore le strade – fatte anche di forti sacrifici – per evitare che il surriscaldamento terrestre superi la soglia critica di 1,5 in più rispetto all’era preindustriale.

Mattarella: “I giovani ci guardano

Il padrone di casa del G20, Mario Draghi, ha poco tempo. Alle 15.40 di oggi si svolgerà la sessione conclusiva del vertice. Poi la conferenza stampa del Presidente del Consiglio e quindi degli altri leader. Nelle orecchie del premier risuona chiaro il richiamo che ieri sera, nella cena di gala del Quirinale, ha fatto a tutti il Capo dello Stato, Sergio Mattarella. “Il mondo ci guarda, miliardi di persone attendono risposte: è il tempo di agire” ha detto il Presidente. “Lo dobbiamo ancor più alle nuove generazioni, alle quali va assicurato un futuro“, ha ribadito. E per centrare l’obiettivo c’è un solo modo. “Il multilateralismo e la cooperazione rappresentano le sole risposte concrete ed efficaci“.

Mattarella Guterres Onu G20 Roma
Mattarella col Segretario dell’Onu, Guterres. Foto Twitter @Quirinale

G20, i nodi da sciogliere

I negoziatori di tutti i paesi presenti al G20 vanno avanti a oltranza. Si cerca una difficile intesa sugli impegni per il clima: primo tra tutti la deadline del 2050 per le emissioni zero (di sostanze inquinanti). Una data che le due grandi superpotenze emergenti, Cina e Indiapopolate insieme da 2,8 miliardi di persone, pari a quasi il 40% degli umani sulla Terra – non intendono sottoscrivere. Si starebbe anche lavorando per un accordo al rialzo almeno sul fronte dei fondi destinati ai paesi in via di sviluppo. L’obiettivo è consentire la vittoria nella lotta ai cambiamenti climatici causati anche dall’uomo. A oggi è previsto un impegno da 100 miliardi all’anno da parte dei paesi ricchi, ma non è mai stato rispettato. Ora si punterebbe ad ampliare la cifra e indicare una scadenza ravvicinata per chiudere l’erogazione a vantaggio dei paesi poveri.

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Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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