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Egitto, arrestata la donna robot Ai-Da: “Ci spiava per conto degli inglesi”

Doveva partecipare a una mostra d'arte perché realizza quadri in autonomia. Rilasciata dopo dieci giorni in cella

Nel regime dittatoriale egiziano di Al Sisi può finire agli arresti, con l’accusa di spionaggio, anche un robot. È quello che è accaduto in queste ultime ore: la creatura artificiale in questione si chiama Ai-Da ed è nata due anni fa in Gran Bretagna dall’idea di due ingegneri di Oxford. La sua caratteristica peculiare è quella di essere un’artista. La donna robot, infatti, è ormai famosa nel mondo per i suoi quadri, realizzati in completa autonomia.

La donna robot e le telecamere

Ai-Da si trovava al Cairo per partecipare alla mostra di arte contemporanea Forever is Now, ma all’arrivo in aeroporto è stata fermata e sequestrata. Il robot avrebbe rappresentato, agli occhi delle autorità egiziane, un pericolo per la sicurezza, viste le telecamere installate nei suoi occhi. La creatura artificiale è finita sotto accusa: per il regime di Al Sisi era una spia britannica. L’hanno messa in cella per dieci giorni. Solo l’intervento dell’ambasciata della Gran Bretagna ne ha permesso il rilascio.

In Egitto vietati anche gli aquiloni

Lei è una robot-artista, non una spia” ha ribadito il suo creatore Aidan Meller. “La situazione è ironica – sostiene – lo scopo di Ai-Da è proprio mettere in guardia gli uomini dagli abusi della tecnologia e invece proprio per la sua struttura tecnologica è stata arrestata“. Il robot-artista è la creatura artificiale più sofisticata e simile alla realtà umana che sia mai stata realizzata negli ultimi anni. Non solo: è anche la prima nel suo genere a partecipare a una mostra d’arte. L’evento, patrocinato dall’Unesco, era ospitato alle piramidi della Necropoli di Giza. Ai-Da era uno dei dieci partecipanti selezionati e, dopo il rilascio, ha potuto partecipare all’esposizione. Non è la prima volta che le autorità del Cairo temono una minaccia esterna nascosta sotto forme inusuali. Già l’anno scorso i servizi segreti egiziani avevano imposto il divieto di far volare gli aquiloni, per paura che si rivelassero delle potenziali spie.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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