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Afghanistan, atterrato a Roma l’ultimo volo da Kabul. Raid Usa contro l’Isis: uccisa la ‘mente’ degli attacchi

"Italia primo paese Ue per afghani evacuati" spiega il ministro degli Esteri Di Maio che annuncia una nuova fase per aiutare l'Afghanistan. Gli Stati Uniti e gli alleati non riconosceranno l'Emirato islamico dei talebani

Afghanistan addio. Dopo lo scalo a Kuwait City, è atterrato a Roma Fiumicino, alle 8:04 di oggi 28 agosto, l’ultimo volo dell’Aeronautica militare nell’ambito del ponte aereo umanitario tra Kabul e l’Italia. Il Boeing 767 ha trasportato 110 persone, fra cui gli ultimi 58 cittadini afghani, il console Tommaso Claudi, l’ambasciatore Stefano Pontecorvo, Senior Civilian Representative della Nato a Kabul, e i carabinieri del Tuscania. Ad accoglierli il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio. “L’Italia è primo Paese Ue per afghani evacuati. Voglio ringraziare i carabinieri del Tuscania perché senza di loro non avremmo potuto garantire la presenza del nostro console Claudi e dell’ambasciatore Pontecorvo“, ha detto il capo della Farnesina.

Di Maio: “Fase 2 in Afghanistan”

Adesso inizia una fase due in Afghanistan – ha sottolineato Di Maio – nella quale il nostro imperativo deve essere non abbandonare il popolo afghano, le donne afghane, le bambine afghane.” “C’è una grande preoccupazione per le minacce terroristiche”, ha aggiunto. “L’Italia sta lavorando a un G20 straordinario sull’Afghanistan. Il nostro obiettivo è arrivare ad una linea condivisa sul futuro del popolo afghano a livello di G20” ha aggiunto il titolare della Farnesina.

Afghanistan, leader Isis ucciso dal drone

In Afghanistan, intanto, la risposta americana al sanguinoso attacco all’aeroporto di Kabul non si è fatta attendere. Joe Biden ha autorizzato un raid nella regione di Nagahar, durante il quale gli americani avrebbero colpito e ucciso con un drone una delle menti dell’Isis-K – l’Isis-Khorasan, il gruppo afghano del sedicente stato islamico -. Gli Usa, così come gli altri paesi occidentali, sono convinti che i terroristi che hanno rivendicato gli attentai kamikaze del 26 agosto stiano progettando nuovi attentati. “Riteniamo che questo terrorista fosse coinvolto nella pianificazione di futuri attacchi a Kabul“, ha detto un funzionario dell’amministrazione Biden citato dai media americani. L’identità dell’uomo ucciso non è nota. L’uomo sarebbe stato sotto osservazione da prima dell’attentato e il personale americano avrebbe atteso che fosse solo prima di lanciare l’attacco con il drone.

“Nessun riconoscimento ai talebani”

Il Reaper americano (aeromobile a pilotaggio remoto) è partito da una base in Medio Oriente. Giunto nella regione afghana di Nagahar, avrebbe colpito il target mentre era a bordo di un veicolo. L’ordine di colpire è stato impartito dal ministro della Difesa, Lloyd Austin. Non è chiaro se il raid sia un caso isolato o se sia il primo di una serie in risposta al doppio attacco a Kabul. L’ultimo bilancio indica in quasi 200 le vittime, di cui 13 militari americani. Di certo nell’immediato non ci sarà alcun riconoscimento del regime talebano da parte di Washington e dei suoi alleati. Lo ha detto la portavoce della Casa Bianca Jen Psaki, sottolineando che né gli Usa né i suoi alleati hanno fretta di riconoscere ufficialmente il governo degli studenti islamici.

Mattarella, messaggio a Biden

Dal canto suo il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha inviato a Joe Biden un messaggio di cordoglio per le vittime americane degli attacchi di Kabul. “A nome del popolo italiano e mio personale desidero porgere a lei, signor Presidente, e a tutti i cittadini americani le espressioni del più sentito cordoglio per il gravissimo attentato” ha sritto Mattarella. ” “Roma resta fermamente determinata – afferma Mattarella – a contrastare, insieme agli Stati Uniti e agli altri partner internazionali, ogni forma di terrorismo e di violenza fondamentalista“.

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Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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