MondoNewsPrimo piano

Afghanistan: caccia all’uomo dei talebani, giornalisti nel mirino. In 10mila all’aeroporto di Kabul, i militari sparano

I miliziani hanno ucciso un parente di un corrispondente della radio tedesca Deutsche Welle. E cercano casa per casa attivisti, artisti, cittadini che si sono schierati contro di loro. Aggredita al lavoro Clarissa Ward, inviata della Cnn

Una folla di migliaia di persone continua a premere ai confini dell’aeroporto di Kabul, in Afghanistan. Il tentativo disperato è quello di imbarcarsi su aerei in partenza dal paese, ora in mano ai talebani. Di oggi 20 agosto è la notizia che militari – non è chiaro se gli statunitensi che controllano l’accesso allo scalo – hanno usato gas lacrimogeni contro la folla. Appena ieri il Pentagono aveva annunciato che le operazioni di evacuazione dall’Afghanistan acceleravano. I soldati hanno anche sparato in aria, secondo un funzionario occidentale. Lo scrive il Wall Street Journal.

Emergency: “Situazione tragica”

Secondo Alberto Zanin (in basso a sinistra nella foto), coordinatore medico del Centro per feriti di guerra di Emergency, nella capitale dell’Afghanistan, sono “almeno 10mila le persone che cercano di prendere voli di evacuazione“. Secondo il Centro Analisi Rhipto, che fornisce notizie d’intelligence all’Onu, i talebani cercano casa per casa le persone che hanno lavorato per la Nato o per il precedente Governo. “Ieri sono arrivati nuovi feriti da arma da fuoco dall’aeroporto di Kabul, in tutto cinque o sei persone – ha dichiarato in un briefing con la stampa Alberto ZaninGli scontri in aeroporto sono una realtà ancora viva e presente.” “Abbiamo notizie ufficiose – ha aggiunto Zanin – di talebani che entrano nelle case di ex attivisti, artisti e persone che si erano schierate in passato contro il regime talebano. Cercherebbero armi e documenti che possono rovinare la loro reputazione in città“.

Caccia ai giornalisti: familiari assassinati

Ma i miliziani dell’Emirato islamico vanno a caccia anche dei giornalisti. Nel mirino un cronista che lavora per Deutsche Welle (Dw), la maggiore radio tedesca. I talebani hanno sparato uccidendo un membro della sua famiglia e ferendone gravemente un altro, rende noto la radio tedesca stamattina sul suo sito web. L’identità del giornalista in questione non è stata specificata. Diversi altri membri della sua famiglia sono riusciti a fuggire in extremis. “L’omicidio ieri di un parente di uno dei nostri redattori da parte dei talebani è incredibilmente tragico e mostra il grande pericolo in cui si trovano tutti i nostri dipendenti e le loro famiglie in Afghanistan“, ha commentato Peter Limbourg, direttore generale di Dw.

Clarissa Ward aggredita

A Kabul un gruppo di talebani ha aggredito la giornalista della Cnn, Clarissa Ward, mentre stava documentando in diretta la difficile situazione nella capitale dell’Afghanistan. Secondo quanto riportato dai media locali, la cronista avrebbe cercato di rivolgere alcune domande a un miliziano armato che le aveva intimato di coprirsi il volto. “Lui con te non parla“, le è stato risposto, finché alcuni talebani si sono avvicinati e la hanno aggredita. L’operatore che la accompagnava è stato colpito col calcio del fucile. Poco dopo l’intera squadra di operatori e giornalisti ha dovuto abbandonato l’area in automobile.

Afghanistan, l’Onu: “Subito 68 milioni di dollari”

L’Alto commissariato dell’Onu per i rifugiati esprime preoccupazione per la catastrofe umanitaria in Afghanistan, e chiede sostegno. L’obiettivo è che tutti coloro che necessitano di assistenza non siano dimenticati. L’UNHCR chiede anche che non siano chiuse le frontiere dei paesi vicini e che sia dato asilo ai profughi comunque fuoriescano. Servono con urgenza circa 68 milioni di dollari per assistere gli sfollati interni e nei paesi limitrofi.

LEGGI ANCHE: Afghanistan, terrore a Kabul: madri lanciano bimbi oltre il filo spinato per salvarli

 

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

Pulsante per tornare all'inizio