Una settimana infernale, è inutile girarci intorno. Per gli amministratori della Regione Lazio sono stati – e in parte sono ancora – giorni difficili a causa dell’attacco hacker al Centro elaborazione dati (Ced). Un’aggressione informatica in piena regola, nella notte fra il 31 luglio e il 1 agosto, che ha mandato in tilt anche il portale Salute e il sito di prenotazione dei vaccini anti Covid. Oggi però una buona notizia su questo fronte l’annuncia il governatore Nicola Zingaretti. “Siamo in grado di presentare un primo cronoprogramma dei servizi che stiamo riattivando – ha detto – è operativo da questo pomeriggio il sistema di prenotazione vaccinale che si potrà raggiungere dal sito www.prenotavaccino-covid.regione.lazio.it. In giornata ripartirà anche l’anagrafe vaccinale“.

Lazio, nuovo sito temporaneo

Lunedì 9 agosto invece – si precisa in una nota della nota della Regione – si attiverà un sito regionale temporaneo che conterrà le informative ai cittadini e i servizi amministrativi.” Entro fine mese tornerà disponibile l’attività di bilancio, i cui dati sono integri, fa sapere la Regione. “Confermiamo che i servizi 118, 112, Protezione civile, Centro trasfusionale, Pronto soccorso e Pagamento bollo auto non sono mai stati interrotti“.

Salvi i dati sensibili

Zingaretti ha inoltre sottolineato che “sono salvi oltre ai dati sanitari anche quelli legati al bilancio regionale, al Genio Civile e ai fondi europei Fesr. Nessun dato al momento risulta distrutto. A differenza di quanto sostenuto da indiscrezioni di stampa il sistema regionale di sicurezza informatica è in aggiornamento continuo“. La vis polemica del Governatore lo porta a spiegare che “nel 2019 la struttura del Ced regionale è stata completamente rinnovata. Sia dal punto di vista dell’architettura che della sicurezza informatica. Per quanto riguarda la dinamica degli attacchi, e gli effetti che hanno prodotto, al momento sono al vaglio e sotto il monitoraggio degli inquirenti e delle autorità competenti“.

Il punto sulle indagini

Gli investigatori, intanto, dopo il massiccio attacco hacker, continuano a cercare gli indirizzi Ip (Internet Protocol address) da cui è partito il raid. In questo ambito potrebbe risultare determinante, per accelerare le ricerche, il supporto fornito da FBI e Europol. La Polizia Postale, che lavora su delega della Procura di Roma, sta analizzando i dati, sui file di log, acquisiti in questi giorni. L’obiettivo è capire da quale Paese è partita l’azione informatica criminale. Secondo Repubblica, l’attacco cibernetico non è partito dalla violazione del computer di un dipendente in smart working, come si riteneva finora. Alcuni elementi fanno pensare che sia cominciato da un pc di un lavoratore della Engineering informatica, colosso del settore che per il Lazio lavorava su un progetto a Frosinone. Un’ipotesi ancora tutta da provare ma che dà l’idea della difficoltà di comprendere, a oggi, come sia davvero avvenuto l’attacco hacker.

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