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Giustizia, i Cinque stelle si ricompattano : doppia fiducia alla Camera e oggi il voto finale sulla riforma del processo

La riforma della ministra Cartabia è in dirittura d'arrivo. Dure critiche da Fratelli d'Italia: "Metodi parlamentari inaccettabili"

La riforma del processo penale che porta il nome della ministra Marta Cartabia ha ottenuto per due volte consecutive la fiducia alla Camera dei Deputati. Una per ciascuno dei due articoli di cui è composta la legge. Il Governo Draghi incassa dunque un primo via libera a una delle riforme indispensabili nel quadro del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Dopo la discussione in Aula, ieri 2 agosto, sono stati 462 i sì alla prima fiducia e 458 i sì alla seconda. Una cinquantina i voti contrari. La seduta fiume – terminata a notte fonda – ha visto ricompattarsi il Movimento Cinque Stelle: solo 24 ore prima si erano fatte notare un quarto delle defezioni e un voto in dissonanza dal gruppo.

In 13 non votano il nuovo processo

La percentuale dei deputati pentastellati partecipanti al voto è salita dal 66% di domenica sera, sulla pregiudiziale di costituzionalità, all’87% di stanotte sulla prima fiducia. Alla fine ‘solo’ in 13 grillini su 159 non hanno votato. Fra i dissenzienti, l’ex sottosegretario alla Giustizia, Vittorio Ferraresi, insieme ai colleghi D’Arrando, Iorio, Mammì, Parentela, Segneri, Buompane, Federico, Frusone, Lorenzoni Gabriele, Misiti, Pignatone e Vianello. Tra gli altri gruppi quello che ha fatto registrare la percentuale più alta di votanti è stato il Pd, con l’89%. Per tutta la giornata di oggi 3 agosto è previsto l’esame e i voti sugli ordini del giorno e, quindi, il voto finale in serata.

“Dissenso normale”

Riguardo al ‘dissenso’ dei pentastellati non votanti, “è meno del 10%: un numero fisiologico” ha dichiarato il capogruppo M5S ala Camera Davide Crippa al Corriere della Sera. Ma i dissidenti saranno espulsi? “Approfondiremo le motivazioni e agiremo di conseguenza“, ha risposto il capogruppo. Sulla riforma, sostiene, “i malumori degli attivisti sono legittimi, ma a volte anche frutto di una narrazione non del tutto aderente al vero. Il lavoro di Conte, dei ministri e dei parlamentari ha portato al miglior risultato possibile, e i parlamentari, in occasione del voto, hanno dimostrato compattezza”. Dure critiche dall’opposizione di Fratelli d’Italia che ha ricordato, per voce di Ciro Maschio, come “siamo alla 35ª fiducia alla Camera e alla 32ª al Senato. Il governo dei migliori usa i metodi dei peggiori”.

 

La ministra della Giustizia del Governo Draghi, Marta Cartabia

 

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Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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