Stiamo difendendo in queste ore la nostra comunità da attacchi di stampo terroristico. Il Lazio è vittima di un’offensiva criminosa, la più grave mai avvenuta sul nostro territorio nazionale“. Con queste parole il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, ha spiegato in conferenza stampa, oggi 2 agosto, la vicenda dell’attacco hacker informatico che il Centro elaborazione dati (Ced) sta subendo da oltre 24 ore. Completamente ko anche il portale Salute Lazio e la rete di prenotazione per i vaccini anti Coronavirus.

“Attacco molto grave”

Gli attacchi sono ancora in corso. La situazione è molto seria e molto grave“, ha spiegato Zingaretti dicendo che nella notte c’è stato un altro tentativo, ma è stato respinto senza ulteriori danni. “I dati finanziari e i dati del bilancio sono intatti. Appena tutto sarà ripristinato intendiamo dare priorità assoluta a servizi nel campo della salute. 112 e Ares 118 sono attivi così come i numeri della sala operativa della Protezione Civile“, ha detto ancora il presidente della Regione Lazio. Inoltre – è stato specificato – non ci sono state ripercussioni sui ricoveri né sugli interventi di natura chirurgica. “Sono stati bloccati quasi tutti i file del Ced“, ha detto Zingaretti. Alla conferenza stampa i tecnici hanno aggiunto che “quasi tutto il mondo virtuale delle nostre installazioni” ha subito danni.

Il problema dei dati sanitari

Al momento restano ancora bloccate le prenotazioni per il vaccino anti Covid. I pirati informatici sarebbero riusciti a infiltrarsi nel sistema entrando nel profilo di un amministratore di rete. A quel punto avrebbero attivato il cosiddetto cryptolocker, che cripta i dati. In ogni caso i pirati informatici che hanno attaccato il Ced della Regione Lazio non avrebbero avuto accesso alla storia sanitaria di milioni di cittadini.

Aggressione hacker dall’estero

Non ci sarebbe stato, quindi, un travaso di dati sanitari, sebbene i pirati siano comunque entrati in possesso, a quanto sembra, di diversi dati anagrafici. Stando ai primi accertamenti della Polizia Postale, l’attacco hacker arriverebbe dall’estero. Al momento non si è potuto ancora circoscrivere l’area geografica da cui sono i malware che hanno infettato i server regionali hanno avuto origine. Gli agenti stanno indagando anche sulla richiesta di un ingente riscatto in bitcoin.

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