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Recovery, Soprintendenza speciale per il Pnrr: 5 anni per rivoluzionare l’arte in Italia

Assieme a essa nascono quattro nuove realtà museali per la ripresa del turismo nel nostro Paese

Una Soprintendenza speciale per il Recovery che resterà operativo fino al 31 dicembre 2026. Si chiamerà così la struttura unica nazionale che si occuperà di rilasciare le autorizzazioni per le grandi opere legate all’impiego dei finanziamenti del Pnrr. Naturalmente vigilando con attenzione perché ci sia sempre il massimo rispetto della tutela del paesaggio e dei beni del patrimonio archeologico e culturale italiano. Non a caso la struttura, che nascerà nell’ambito del ministero della Cultura, sarà affidata alla direzione generale per l’Archeologia e il Paesaggio.

Istituti autonomi

Il via libera è arrivato dal Consiglio dei ministri su proposta del titolare della Cultura, Dario Franceschini. Il quale ha anche proposto e ottenuto la realizzazione di 4 nuovi istituti autonomi. Si tratta del Museo dell’Arte digitale, del Parco archeologico di Cerveteri e Tarquinia, del Parco archeologico di Sepino e della Pinacoteca Nazionale di Siena. Nasce inoltre l’Osservatorio per la parità di genere all’interno del ministero. “Un altro passo importante per la riforma del sistema museale nazionale e per l’organizzazione del ministero, che si ristruttura per poter vincere la sfida del recovery“, afferma il ministro della Cultura, Dario Franceschini.

Un sistema in crescita

Con il parco archeologico di Cerveteri e Tarquinia, quello di Sepino, il Museo dell’Arte digitale e la Pinacoteca Nazionale di Siena, salgono a 43 gli istituti coinvolti dalla riforma Franceschini avviata nel 2014. Il sistema museale nazionale sta cambiando radicalmente. I visitatori annuali dei musei italiani sono passati dai circa 41 milioni del periodo precedente alla riforma ai quasi 55 milioni del 2019. Significa una crescita del 34% in 6 anni. Nello stesso periodo gli incassi sono aumentati di quasi l’80%, passando da 135,5 a 242,4 milioni di euro. La maggiore autonomia ha consentito ai musei statali di presentarsi anche come istituzioni di tutela, educazione e ricerca.

Cerveteri, Tarquinia e Sepino

Il parco archeologico di Cerveteri e Tarquinia (nella foto) comprende la necropoli della Banditaccia. È la più estesa dell’area mediterranea, dal 2004 patrimonio dell’Umanità Unesco. Il Museo archeologico nazionale di Tarquinia, che ha sede nell’antico Palazzo Vitelleschi, conserva tra l’altro il celebre altorilievo dei cavalli alati provenienti dagli scavi dell’Ara della Regina. Il parco archeologico di Sepino (Campobasso) comprenderà invece l’omonima area archeologica, con i resti dell’antica città romana e il museo della città e del territorio. Siti che complessivamente, nel 2019, hanno ricevuto oltre 27mila visitatori.

Pinacoteca e Museo dell’Arte Digitale

La Pinacoteca Nazionale di Siena, collocata nel signorile Palazzo Buonsignori e Brigidi, ospita la più importante collezione di dipinti su tavola a fondo oro del Trecento e Quattrocento senese. Vi si possono ammirare capolavori di Duccio di Buoninsegna, Simone Martino, Pietro e Ambrogio Lorenzetti. Infine il Museo dell’Arte Digitale. Sarà dedicato alla produzione e presentazione di contenuti digitali, svolgendo un ruolo strategico nelle scenario culturale contemporaneo. Anche in questo caso i direttori dei nuovi quattro istituti autonomi saranno selezionati con un bando internazionale che sarà pubblicato sul sito del ministero nelle prossime settimane.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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