Storie e Personaggi

Casa, cibo, divertimento: la top ten delle città più care al mondo in cui vivere

Nessuna italiana fra le prime dieci e una metropoli asiatica al primo posto

Milano la troviamo al 36° posto. Roma è in 47ª posizione. No, non ci sono città italiane fra le prime dieci al mondo nella speciale classifica stilata dalla società di consulenza americana Mercer Cost of Living Survey. C’è invece a sorpresa – al primo posto in assoluto – la città di Ashgabat (nella foto), capitale del Turkmenistan, il secondo Stato più grande dell’Asia Centrale dopo il Kazakistan.

I criteri della classifica

Come ogni anno, la Mercer Cost of Living Survey ha reso nota la graduatoria delle città più costose in cui vivere. Un monitoraggio, quello della società di consulenza d’oltreoceano, che prende in esame ogni continente della Terra. La classifica si basa su alcuni parametri. Tiene conto, essenzialmente, del costo medio della vita quotidiana che ogni metropoli offre per i trasporti, il cibo, gli alloggi. Ma anche per gli spettacoli e l’intrattenimento.

Le prime italiane in lizza

L’analisi della società di consulenza Usa ha preso in esame 209 luoghi diversi in tutto il pianeta. Nella top ten non c’è alcuna città italiana e per trovarne una bisogna appunto arrivare alla 36ª posizione di Milano, che nel 2020 era invece in 47ª posizione. Seconda italiana in classifica è Roma. La capitale ha raggiunto proprio il 47° posto lasciato dal capoluogo lombardo. Nel 2020 si trovava invece in 65ª posizione.

Da Hong Kong a Ginevra

La città di Ashgabat, capitale del Turkmenistan, è invece quella in assoluto più cara al mondo. Viverci non è alla portata delle tasche di chiunque, anzi tutt’altro. Ashgabat si è piazzata davanti a Hong Kong, Tokyo e Ginevra, secondo la nuova classifica mondiale. La capitale del Turkmenistan conta circa un milione di abitanti, quindi meno della metà di Roma. E la mitica Grande Mela? New York si è classificata 14esima, fuori dalla top ten. Così come Londra, che si è piazzata al 18º posto. Per non parlare di San Francisco, 25ª, Parigi 33ª e Oakland che si è classificata al 70º posto.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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