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Transizione ecologica: dal Recovery plan investimenti per 16 miliardi all’anno

Il ministro Roberto Cingolani traccia la rotta per valorizzare l'ambiente

Un progetto ambizioso per il quale serve molta determinazione e al tempo stesso rapidità. È quello delineato dal ministro per la Transizione ecologica, Roberto Cingolani (nella foto). L’occasione del Recovery è irripetibile e non si può perderla. Occorrono semplificazioni, una nuova struttura del Mite (Ministero per la Transizione Ecologica), impegni internazionali.

La road map di Cingolani

“Questa la road map dei prossimi mesi – dice il ministro, come riporta AdnKronos -. Supponiamo che il decreto semplificazioni nell’arco di 7 massimo 14 giorni vada avanti e consideriamolo fatto. Per il 30 maggio dunque auspicabilmente la parte semplificazioni sarà fatta. Inizieremo anche il lavoro del comitato interministeriale per la transizione ecologica, i cui lavori sono prognostici alla redazione del piano strategico del Mite e dell’approvazione della sua nuova struttura che dovrà essere presentata per il 30 giugno”.

Investire ogni giorno 40 milioni

La nuova struttura del ministero della Transizione ecologica “è quanto mai importante perché il ministero dell’Ambiente finora ha avuto budget limitati, circa 1,5 miliardi l’anno in larga misura a spese fisse”, spiega il mnistro. “Adesso, con il Pnrr, si stratta di spendere circa 16 miliardi l’anno, tra l’altro non con modalità spese fisse ma con modalità grandi progetti.” “Stiamo passando da una grossa Pmi a una multinazionale quotata – spiega -. La scadenza del 30 giugno è quindi importante perché questa sarà la struttura che dovrà gestire questi grandi impegni. Spendere 40 milioni al giorno – sottolinea Cingolani – richiede uno sforzo enorme. E faccio notare che il Pnrr mette tutta l’Italia in questa condizione. Ogni giorno l’Italia dovrà spendere 100 milioni per mantenere la promessa del progetto che abbiamo fatto. Il tutto va fatto in fretta”.

“Se il Recovery parte saremo più credibili”

“La buona notizia, ci dice il Mef, è che non c’è bisogno di aspettare l’anticipo – sottolinea ancora Cingolani -, abbiamo una contabilità in cassa che prevede già queste spese. Entro l’estate dovrà arrivare il primo 13% del Next Generation Eu e possiamo già iniziare con le attività.” Il secondo aspetto, è quello delle stazioni appaltanti: il Mite si avvale ora di un corposo gruppo di istituzioni, cinque. “Altri impegni grossi sono G20, Youth for Climate, Cop26. Saremo molto più credibili nella nostra azione internazionale, fra luglio e novembre, se saremo in grado di far vedere che il nostro Recovery plan è già partito”, conclude il ministro.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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