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Recovery, l’appello del presidente dell’Europarlamento: “Rendiamolo permanente”

David Sassoli richiama all'importanze del progetto e chiede una svolta per il futuro

“Con la tanta sofferenza che c’è in Europa, bisogna usare bene il Next Generation Eu e renderlo permanente“. Non ha dubbi il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, intervenuto sul tema del Recovery al termine di un incontro col segretario del Pd, Enrico Letta. Il piano Next Generation Eu da 750 miliardi di euro – di cui l’Italia è la maggiore beneficiaria con una maxi tranche da 200 miliardi – è fondamentale per il futuro. Già una decina di giorni addietro, Sassoli era intervenuto sullo stesso tema attraverso un video messaggio alla seduta solenne del Consiglio regionale toscano. Lo aveva fatto in occasione della Festa dell’Europa che si è svolta il 9 maggio.

Conciliare crescita e sostenibilità

Durante quell’intervento il presidente dell’Europarlamento aveva espresso l’importanza del Recovery Fund nello sviluppo dell’Unione Europea. “Il Recovery fund e il next generation Eu rappresentano non solo la risposta europea alla pandemia – aveva sottolineato – ma anche una grande opportunità. Serviranno a realizzare nuovi modelli capaci di conciliare crescita e sostenibilità”. “In questo momento storico è fondamentale agire insieme, proteggere la nostra coesione sociale, incoraggiare l’Europa a discutere, a fare politica. A cercare convergenze. Tutto ciò significa rafforzare la nostra democrazia e rendere i nostri cittadini protagonisti di questa grande e straordinaria comunità”.

“La politica non è per pochi”

David Sassoli aveva concluso l’intervento, ricorda il sito fiorentino Controradio.it, sostenendo che “la politica non può essere per pochi e in questo senso credo che la conferenza sul futuro dell’Europa rappresenti davvero una valida occasione per stimolare e coinvolgere le nostre opinioni pubbliche”. Il Presidente del Parlamento Europeo aveva poi aggiunto che “la democrazia si basa sulla partecipazione e noi dobbiamo recuperarla a tutti i livelli. Questa iniziativa si sostanzia attraverso la partecipazione diretta delle istituzioni nazionali e locali, della società civile, dei giovani, delle università, delle imprese, del mondo del lavoro. E vuole essere un momento di ascolto, ma anche di elaborazione di idee. Il destino dell’Europa è nelle nostre mani”.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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