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Guerra alla Superlega, Infantino (Fifa): “I club la pagheranno cara”

Juventus Inter e Milan nel mirino con gli altri 9 fondatori

Dopo lo shock della nascita della Superlega il mondo del calcio è nel caos. Dai vertici della Fifa, l’organizzazione che guida il sistema a livello planetario, arrivano reazioni ancor più esplicite di quelle a caldo. “Voglio essere estremamente chiaro: la Fifa è una organizzazione costruita sui valori, i veri valori dello sport” ha dichiarato Gianni Infantino (presidente Fifa), intervenendo durante il Congresso Uefa a Montreux in Svizzera. “Come Fifa non possiamo che fortemente condannare la creazione di una Superlega, che è un qualcosa di chiuso, che è una fuga dalle attuali istituzioni calcistiche. Non c’è nessun dubbio che la Fifa disapprovi questo progetto”.

Una scelta che avrà conseguenze

Poi Infantino ha rincarato la dose. “Se alcuni ‘eletti’ scelgono di andare per la loro strada, devono pagare le conseguenze delle proprie scelte. Sono responsabili delle loro scelte. Concretamente vuol dire, siete dentro o siete fuori? Non si può stare a metà. Pensateci bene, tutti devono pensarci”. “C’è molto da buttare via per un gioco finanziario a breve termine di qualcuno. Le persone devono pensare davvero attentamente, devono assumersi la responsabilità”. “Guardate al calcio europeo e al suo successo – le parole del presidente della Fifa -. Sono stato all’Uefa 16 anni, ho lavorato davvero duramente per difendere i principi e i valori che hanno portato il calcio europeo al successo. Il modello del calcio europeo, basato su un sistema aperto, promozioni, retrocessioni. Un modello che ha funzionato e che ho difeso a lungo”.

La reazione del Real Madrid

Non si è fatta attendere la reazione di Florentino Perez, presidente del Real Madrid, fra i massimi leader sotto accusa. “Non lo faccio per salvare il Real, ma per salvare il calcio – sostiene -. Questo sport è in un momento critico, quello che stiamo facendo è solo per il bene del pallone. Se noi generiamo profitti, ne beneficiano tutti, anche quelli che stanno più in basso”. Perez è il numero uno della neonata Superlega e difende così il progetto a cui hanno aderito 12 club. “Il calcio deve evolversi e questo format ci garantirà molti più soldi – ha detto Perez in una lunga intervista a Chiringuito Tv -. La Champions ormai ha perso appeal“.

“Adattarsi ai tempi”

Quindi l’attacco all’Uefa: “Ceferin (presidente Uefa, ndr.) non può insultare come ha fatto con Agnelli, è impresentabile”. “I giovani hanno perso interesse, il calcio deve evolversi: ci saranno più soldi per tutti, il pallone deve adattarsi ai tempi – spiega ancora Perez -. Il pubblico diminuisce. E con la pandemia, siamo tutti rovinati. Abbiamo capito che dobbiamo cambiare qualcosa per rendere questo sport più attrattivo per tutti”. Quanto alle minacce dell’Uefa dell’esclusione immediata dei club dalla Champions, Perez è sicuro. “I giocatori della Superlega stiano tranquilli, il divieto di giocare con le Nazionali non ci sarà. Né il Real, né il City verranno esclusi dalla Champions”.

Ci sarà una trattativa

“La Super League può partire anche tra cinque mesi. Siamo pronti a sederci e parlare con la Uefa. Le loro minacce di esclusioni non sono comunque legali”. Anas Laghrari, segretario generale della Superlega, parla del nuovo progetto in un’intervista a Le Parisien. “Non sarà una lega chiusa, un quarto delle squadre sarà rinnovata ogni anno – spiega -. Vogliamo creare il miglior calcio, abbiamo il desiderio di organizzare una competizione che tutti vogliono vedere, che fa sognare la gente, i giovani per rinnovare un calcio che è entrato nella follia dei trasferimenti e dei soldi”.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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