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Annalena Baerbock: “Il cambiamento sono io”. Chi è la leader dei Verdi che può diventare cancelliera della Germania

Ritratto della giovane donna pronta a ereditare lo scettro di Angela Merkel

Annalena Charlotte Alma Baerbock. Segnatevi bene questo nome. Quarant’anni, due figlie piccole, ex atleta di salto sul trampolino. Ma soprattutto leader dei Verdi tedeschi candidata a cancelliera della Germania. Chi l’avrebbe mai detto solo fino a qualche anno fa? Nessuno, probabilmente. Ma da quando Angela Merkel ha deciso di non ricandidarsi alla guida del Paese in terra tedesca tutto si sta smuovendo, politicamente parlando.

Il tramonto di Merkel

Provate a immaginare: per 16 anni dal 2005, ininterrottamente, la cancelliera è stata Frau Merkel, Mutti per i tedeschi, che vuole dire “mamma”. Un nomignolo ironico ma non troppo. Merkel ha garantito, malgrado tutto, prosperità e crescita ma alle prossime, decisive elezioni, a settembre di quest’anno, lei non ci sarà. Semplicemente perché ha deciso, detto e ripetuto, da tempo, che non intende ricandidarsi. “Non sono nata cancelliera” ha dichiarato. Come dire: nella vita c’è anche altro. A 66 anni può ben pensarlo, dopo una carriera di successi e dopo essersi conquista la fama di elemento stabilizzante nell’Unione europea, non solo in Germania.

“Un nuovo inizio per il Paese”

L’unico elemento di continuità con il prossimo cancelliere potrebbe diventare proprio il sesso: sarà, probabilmente, un’altra donna, e non un uomo, a guidare la Germania. Appunto Annalena Baerbock, deputata e dal 2018 presidente del partito ambientalista Alleanza 90/I Verdi, carica che ricopre assieme a Robert Habeck, 51 anni. “Non sono mai stata cancelliera né ministra, è vero. Ma io mi batto per il cambiamento. A mantenere lo status quo ci pensano altri“, ha dichiarato scendendo in campo a Berlino. “Io credo che questo Paese abbia bisogno di un nuovo inizio”, è il suo slogan.

Conservatori divisi

Mentre i conservatori della Dc tedesca si dilaniano da due anni nella lotta alla successione di Angela Merkel e i socialdemocratici sono in crisi, i Verdi volano. Crescono nei sondaggi, governano molti Laender (le nostre regioni ma con più poteri) e non sono più un partito tutto ideali e utopia. Hanno miscelato i sogni col pragmatismo, anche brutale. E governano molti territori in coalizione ora con la Cdu, ora con la Spd. Sono loro, i Verdi, “la Cdu migliore”, sentenzia infatti l’autorevole quotidiano Die Zeit, subito dopo aver preso atto di quello che ha salutato come il “capolavoro di tattica politica” degli ecologisti.

Ecologisti in rampa di lancio

Armin Laschet (Cdu) e Markus Soeder (Csu) litigano giorno e notte da una settimana per chi dovrà provare a prendere il posto della Bundeskanzlerin (la Merkel). La sfida interna dei Verdi, invece, non è mai stata dibattuta in pubblico. E il messaggio dell’armonia del team alla guida del partito dal 2018, formato da Robert Habeck e dalla stessa Baerbock, non ha mai perso di coerenza. Neppure quando, fatto un passo avanti sul palco per prendere brevemente la parola, il carismatico scrittore dello Schleswig-Holstein – Habeck – ne ha poi esibito uno quanto formidabile indietro. E ha lanciato Annalena Baerbock nella corsa che avrebbe voluto affrontare lui.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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