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Pasqua, Papa Francesco: “Guerre e arsenali pieni: uno scandalo. Basta ritardi sui vaccini”

Dal pontefice la benedizione Urbi et Orbi nel secondo anno del Coronavirus

Messe di Pasqua con misure restrittive per la pandemia di Covid. Anche per il Papa. Francesco ha celebrato la veglia alla sera del sabato santo 3 aprile e oggi, domenica 4, i riti del giorno in cui i cattolici celebrano la resurrezione di Gesù, compresa la tradizionale benedizione Urbi et Orbi.

“Arsenali carichi di armi”

La Pasqua, ha detto il pontefice “non mostra un miraggio, non rivela una formula magica, non indica una via di fuga di fronte alla difficile situazione che stiamo attraversando”. “La pandemia – ha spiegato – è ancora in pieno corso; la crisi sociale ed economica è molto pesante, specialmente per i più poveri; malgrado questo – ed è scandaloso – non cessano i conflitti armati e si rafforzano gli arsenali militari”.

Impegno sui vaccini anti Covid

Per quanto riguarda il Covid, Francesco ha spinto “l’intera Comunità internazionale a un impegno condiviso per superare i ritardi nella loro distribuzione e favorirne la condivisione, specialmente con i Paesi più poveri“. Su questo punto la linea della Santa Sede è chiara: lo sforzo della comunità internazionale sia la salvaguardia della salute a livello planetario.

“Ricominciare dopo i fallimenti”

“Gesù risorto è speranza – ha detto il Papa – anche per i giovani. Tutti abbiamo bisogno di relazioni umane reali e non solo virtuali. Sono vicino ai giovani di tutto il mondo e soprattutto a quelli del Myanmar”. “La luce del Risorto sia luce ai migranti “Ecco il primo annuncio di Pasqua che vorrei consegnarvi – aveva invece detto Francesco nella celebrazione della notte di Pasqua -. È possibile ricominciare sempre, perché c’è una vita nuova che Dio è capace di far ripartire in noi al di là di tutti i nostri fallimenti. Anche dalle macerie del nostro cuore Dio può costruire un’opera d’arte, anche dai frammenti rovinosi della nostra umanità Dio prepara una storia nuova”.

“Cristo ci precede”

“In questi mesi bui di pandemia sentiamo il Signore risorto che ci invita a ricominciare, a non perdere mai la speranza“, aveva aggiunto il pontefice, sempre ieri sera. Officiata all’Altare della Cattedra, davanti a una ristretta assemblea di fedeli, e anticipata alle 19.30 per consentire ai partecipanti il rispetto del coprifuoco, la cerimonia che celebra la Risurrezione di Cristo ha omesso la preparazione del Cero pasquale, mentre non hanno avuto luogo i battesimi ma la sola Rinnovazione delle promesse battesimali. Gesù “ci precede sempre – ha detto ancora Francesco nell’omelia -: nella croce della sofferenza, della desolazione e della morte, così come nella gloria di una vita che risorge, di una storia che cambia, di una speranza che rinasce”.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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