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Francesco, la prima volta di un Papa in Iraq: “Il mio viaggio di pace in una terra martoriata”

Il pontefice incontrerà i leader delle altre religioni e visiterà le comunità cristiane perseguitate

Papa Francesco giungerà a fine mattinata di oggi 5 marzo a Baghdad, la capitale del martoriato Iraq. È la prima volta in assoluto per un pontefice nella terra di Abramo. L’aereo, un Airbus A330, è decollato alle 7.45 dall’aeroporto Leonardo Da Vinci di Roma (nella foto in alto, tratta dal sito Vatican News). “Questo è un viaggio emblematico, un dovere verso una terra martoriata da molti anni” ha dichiarato il pontefice salutando i giornalisti sull’aereo.

Quattro giornate intense: il programma

Durante i quattro giorni di soggiorno in Iraq (5-8 marzo) saranno sette in totale i discorsi pronunciati da Bergoglio. Francesco visiterà, fra gli altri luoghi, Mosul, Ebril, Ur dei Caldei, l’antichissima città da cui, secondo la Bibbia, Abramo partì guidato da Dio. Il rientro in Italia è previsto per lunedì 8 marzo, in tarda mattinata, all’aeroporto militare di Roma Ciampino. “Nel momento in cui lascio Roma per recarmi in Iraq pellegrino di pace e di fraternità tra i popoli, mi è gradito rivolgere a lei signor Presidente il mio deferente saluto che accompagno con fervidi auspici di serenità e prosperità per il caro popolo italiano”. Così il Francesco nel telegramma al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

Mattarella: “Passo verso la fratellanza”

“Il viaggio del papa in Iraq è un segno di continuità dopo quello negli Emirati Arabi Uniti ed è un ulteriore passo lungo il cammino tracciato dalla dichiarazione sulla fratellanza umana – sottolinea il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel suo messaggio al Papa -. Desidero far pervenire a Vostra Santità un sentito ringraziamento per il messaggio che ha voluto indirizzarmi nel momento in cui, dopo la lunga pausa imposta dalla pandemia, si accinge a partire per il tanto desiderato Viaggio Apostolico in Iraq”. “Realizzando un proposito che San Giovanni Paolo II non poté attuare, la Sua presenza in Iraq rappresenta per le martoriate comunità cristiane di quel Paese e dell’intera regione una concreta testimonianza di vicinanza e di paterna sollecitudine.”

Il messaggio agli iracheni

Il Papa vola in Iraq per un viaggio storico che ha fortemente desiderato e che ora realizza sfidando pandemia e sicurezza. “Finalmente sarò tra voi. Desidero tanto incontrarvi, vedere i vostri volti, visitare la vostra terra, antica e straordinaria culla di civiltà”, ha detto in un videomessaggio al popolo iracheno a poche ore dalla partenza. Una visita all’insegna della pace e della speranza. Un viaggio pastorale ma anche politico. “Vengo come pellegrino penitente per implorare dal Signore perdono e riconciliazione dopo anni di guerra e di terrorismo – sono le parole del Pontefice -, per chiedere a Dio la consolazione dei cuori e la guarigione delle ferite”. Ai cristiani, che hanno sofferto in questa terra una dura persecuzione per mano dell’Isis il Papa dice che vuole portare loro “la carezza della Chiesa”.

La strada del dialogo

E nella terra di Abramo, il padre di tutte le religioni monoteiste, Bergoglio rilancia la via del dialogo. “In questi tempi duri di pandemia, aiutiamoci a rafforzare la fraternità, per edificare insieme un futuro di pace. Insieme, fratelli e sorelle di ogni tradizione religiosa. Da voi, millenni fa, Abramo incominciò il suo cammino. Oggi sta a noi continuarlo, con lo stesso spirito, percorrendo insieme le vie della pace!”. Il capo della Chiesa cattolica incontrerà i leader delle comunità musulmane e di altre religioni per pregare insieme per la pace e concordare nuove iniziative comuni. Una stella polare per papa Bergoglio, quella del dialogo con tutti, a cominciare dalle altre fedi, per portare pace e fraternità universale.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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