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Camera, Mario Draghi ottiene una larga fiducia: sono 535 i “Sì” e 56 i “No”. 5 gli astenuti

Voto plebiscitario come già al Senato il 17 febbraio

Il giorno dopo aver ricevuto un plebiscito al Senato, il premier Mario Draghi ottiene per il suo governo un’ampia fiducia anche alla Camera, la sera del 18 febbraio. Sono stati 535 i voti favorevoli, i no sono stati 56, mentre sono stati 5 gli astenuti. Ora il governo Draghi è pienamente operativo.

Solo 13 minuti

Nel pomeriggio la replica del presidente del Consiglio, a seguito di un lungo dibattito. La replica di Draghi è durata appena 13 minuti. Ha ricevuto otto applausi dall’Assemblea: sulla semplificazione, sulla lotta alla corruzione, sull’impegno per le carceri, sullo sport e sul turismo. Nel medio periodo, dice Draghi, per la “ripartenza”, il tema delle piccole e medie imprese “comporta e incrocia internazionalizzazione, accesso al capitale, investimenti, per rafforzare la nostra manifattura e renderla più competitiva. Sostenere l’internazionalizzazione, potenziare il credito imposta per investimenti in ricerca e sviluppo nel Mezzogiorno e consulenza per la quotazione delle pmi.”

Le carceri

“Dobbiamo estendere il piano di industria 4.0 per favorire e accompagnare le imprese nel processo di transizione tecnologica e sostenibilità ambientale”. “Un Paese capace di attrarre investitori – sottolinea – deve difendersi dai fenomeni corruttivi, lo deve fare comunque, intendiamoci. Questi portano a effetti depressivi sul tessuto economico e sulla libera concorrenza”. “Non dovrà essere trascurata la condizione di tutti coloro che lavorano e vivono nelle carceri, spesso sovraffollate, esposte a rischio e paura del contagio e particolarmente colpite dalla funzione necessarie a contrastare la diffusione del virus”. Il governo si impegna a “migliorare la giustizia civile e penale” e sulla necessità di “un processo giusto e di durata ragionevole in linea con la durata degli altri Paesi europei”.

Lo sport

“Il fatto che non abbia detto nulla ieri” sullo sport “non significa che non sia meno importante. “È un mondo profondamente radicato nella nostra società e nell’immaginario collettivo, fortemente colpito dalla pandemia. Questo governo si impegna a preservare e sostenere sistema il sportivo italiano tenendo conto della sua peculiare struttura e dei molteplici aspetti che lo caratterizzano, non solo in relazione all’impatto economico, agli investimenti e ai posti di lavoro ma anche per il suo straordinario valore sociale, educativo, formativo, salutistico”.

Resa dei conti fra i Cinque Stelle

La giornata, dopo la larga maggioranza ottenuta dal governo in Senato, è cominciata con la resa dei conti nei Cinque Stelle a seguito del voto contrario di 15 senatori che saranno espulsi. Non ci sta Barbara Lezzi che rilancia: “Mi candido nel direttivo”. E l’ormai ex senatore M5S Mattia Crucioli fa sapere di stare lavorando al nome di un nuovo gruppo. “Tecnicamente siamo nel Misto ora, ma io – afferma – voglio fare una opposizione seria”. Non farà ricorso contro l’espulsione quindi? “No, assolutamente no”, ha detto Crucioli a Rai Radio1. E il leader della Lega, Matteo Salvini fa sapere: “Nelle prossime ore, e non solo dai 5 Stelle, ci saranno diverse persone che cominceranno il loro cammino con la Lega, sia alla Camera che al Senato”. E ha aggiunto: “Oggi al Senato Lega e Forza Italia, quindi il centrodestra, sono forza di maggioranza rispetto al Pd e 5 Stelle”.

Meloni: “Molti incapaci in questo governo”

“La nostra è stata una scelta scomoda ma ponderata” ha dichiarato nel suo intervento Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, di fatto l’unico partito rimasto all’opposizione. “Denunciamo l’ipocrisia di quei Soloni che ieri applaudivano Giuseppe Conte e oggi ringraziano di averci liberato da Giuseppe Conte — ha aggiunto —. Avevamo salutato il governo degli incapaci. Ma molti di quegli incapaci sono ancora nel governo. E la maggioranza ce l’hanno ancora quelli che hanno messo il Paese nell’attuale condizione”. Meloni si è poi rivolta direttamente al presidente Draghi: “Dalla composizione del governo si direbbe che lei quelli li tenga anche in grande considerazione. Per esempio aumenta il peso del Pd, molti speravano che le cose andassero diversamente”. Poi l’affondo su alcuni ministri: “Ci dica se in cuor suo ritiene davvero Di Maio il miglior ministro degli Esteri, se davvero pensa che Speranza andasse confermato”. Critiche anche alla riconferma del ministro Lamorgese “che invece di fermare i migranti ferma i decreti sicurezza”.

Camera Deputati fiducia Draghi

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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