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Crisi di governo, il giorno delle dimissioni di Conte. Covid nella Ue, anche in Italia le zone “rosso scuro”: le regioni coinvolte

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Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, dopo un Consiglio dei ministri, si recherà oggi 26 gennaio al Quirinale per rassegnare le dimissioni nelle mani del presidente della Repubblica. Sullo sfondo della crisi di governo, Pd, M5S e Leu fanno quadrato attorno al primo ministro. Italia Viva resta compatta. Forza Italia chiede “unità nazionale o voto”. Coronavirus, anche il nostro Paese rientra fra quelli più a rischio a livello europeo. La Commissione delinea una nuova mappa con le zone “rosso scuro”: sono comprese tre regioni italiane.

Una crisi al buio

Giuseppe Conte giocherà al buio la sua partita più rischiosa. Avrebbe voluto evitarlo e invece deve arrendersi ai numeri che ancora non ci sono. Il Pd, il M5s e Leu, al culmine di una giornata assai tesa, gli garantiscono che gli faranno da scudo, nella fase che si aprirà con le consultazioni al Quirinale. Ma il premier non si fida: teme una “trappola” di Matteo Renzi, sa che al Quirinale sul suo nome rischia di non materializzarsi la maggioranza necessaria ad avere il reincarico. “Se Conte non pone veti su Iv, la delegazione Iv non porrà veti sul suo nome”, dicono dal partito di Renzi. L’avvocato non vorrebbe subire più il ricatto dei numeri renziani, ma si arrende a una maggioranza che ancora non c’è. Consapevole del rischio che nei prossimi giorni potrà nascere il Conte Ter ma anche un governo con un altro premier.

Mattarella deciderà ma vuole chiarezza

L’avvocato ritarda di qualche ora, prendendosi una intera notte, la convocazione del Consiglio dei ministri in cui comunicherà la sua scelta, prima di salire al Colle, questa mattina. È il tempo necessario a ottenere garanzie dagli azionisti del governo e far maturare la scelta di quei “costruttori”, centristi e forzisti, che non hanno sciolto le riserve prima delle sue dimissioni. Ma ora nella partita avranno un ruolo determinante. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella attende il passo indietro del premier per gestire una crisi di governo che si apre in un momento delicatissimo per il Paese. Ma anche per questo, osservano dalla maggioranza, nessun passaggio potrà essere formale.

Emilia, Friuli e Veneto

Nelle stesso frenetiche ore l’Italia vede entrare tre sue regioni in zona “rosso scuro”. Se l’istituzione delle cosiddette “zone rosso scuro” proposte dalla Commissione Europea sarà resa operativa cambierà non poco per i cittadini europei che vi abitano. Sul fronte dei viaggi, in particolare. In Italia si è parlato di Veneto, Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia – con i rispettivi governatori che protestano – quali regioni in zona “rosso scuro”. Lo scopo dichiarato è quello di limitare fortemente i “viaggi non necessari” all’interno dell’Unione europea e fuori dai suoi confini esterni.

Spostamenti e test

Nel progetto della Commissione per il contenimento del Covid si menziona la raccomandazione che gli Stati membri adottino “interventi come le misure di permanenza a domicilio e la chiusura temporanea di alcune attività”. In particolare nelle zone classificate come “rosso scuro” per rafforzare i test e la tracciabilità. Ma anche per aumentare la sorveglianza e il sequenziamento dei casi di Coronavirus. E per raccogliere informazioni sulla diffusione di nuove varianti più infettive. Ma torniamo ai viaggi. L’Italia dovrebbe richiedere a chi è in partenza da una regione “rosso scuro” che si tratti di uno spostamento inderogabile. E che il viaggiatore si sottoponga a un test prima dell’arrivo nel Paese straniero (quindi il test va fatto alla partenza) per dimostrare che si è immuni.

L’eccezione dei transfrontalieri

Inoltre dovrebbero richiedere che il viaggiatore all’arrivo si sottoponga ad un periodo di quarantena una volta giunto a destinazione. Al ritorno invece la Commissione Europea si raccomanda che i viaggiatori siano autorizzati a sottoporsi ad un test. Tuttavia, le persone che vivono nelle regioni di confine e i lavoratori transfrontalieri dovrebbero essere esentati da alcune di queste restrizioni di viaggio. Inoltre, quando la situazione epidemiologica su entrambi i lati della frontiera è simile (ovvero se il confine attraversa una zona dello stesso colore nella mappa), non dovrebbe essere imposto più limite ai cittadini residenti.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore. Segui Domenico su Facebook Segui Domenico su Linkedin

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