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Vaccino Covid: caos sui tagli alle dosi, scatta la priorità ai richiami. Governo: il piano di Conte per superare la crisi

La campagna vaccinale rischia uno slittamento minimo di 4 settimane

Si allarga in tutta Europa la carenza delle dosi di vaccino contro il Coronavirus. I due grandi gruppi Pfizer-BioNTech e AstraZeneca hanno rallentato la consegna ai Paesi membri dell’Unione mettendo in forte difficoltà il procedere delle campane vaccinali. In Italia l’ipotesi è che la riduzione dei vaccini facciano slittare di 4 settimane il cronoprogramma. Perciò ora si darà priorità ai richiami per coloro che hanno già assunto la prima dose. Il premier Giuseppe Conte, intanto, fa fronte alla crisi di governo con un piano per rilanciare la maggioranza. Una sorta di governo di salvezza nazionale con reincarico e fiducia in Parlamento.

Cambiano in corsa le priorità

Da oggi 25 gennaio, le dosi a disposizione del vaccino anti-Covid, saranno utilizzate per effettuare i richiami. Lo ha spiegato il viceministro della Salute Pierpaolo Sileri a Domenica In su Rai 1, parlando delle riduzioni di dosi comunicate da Pfizer e da Astrazeneca. “Le riduzioni faranno slittare di circa quattro settimane i tempi previsti per la vaccinazione per il Covid degli over 80 e di circa 6-8 settimane per il resto della popolazione”. “Le dosi a disposizione – ha proseguito – saranno utilizzate anzitutto per effettuare il richiamo a coloro che hanno già ricevuto la prima somministrazione, cioè soprattutto per gli operatori sanitari. Tra due settimane, se tutto va bene, avremo un mercato con i tre vaccini: il che significa riprendere con maggior forza, completare la vaccinazione per i medici e gli infermieri e cominciare con gli over 80. Questo tipo di rallentamento coinvolge tutta l’Europa e buona parte del mondo, ma confido che il ritardo possa essere colmato più avanti”.

Pronti alla battaglia legale

Sui ritardi c’è anche la dura l’accusa del commissario straordinario all’emergenza Coronavirus, Domenico Arcuri: “Stanno trattando i 27 Paesi europei come dei poveracci“, ha detto a Live non è la D’Urso su Canale5. “Togliamoci dalla testa che l’Italia è più poveraccia degli altri Paesi perché così non è. L’Italia ha un problema in più. Fino qualche giorno fa era il paese d’Europa che aveva fatto più vaccini, quindi se costoro tolgono i vaccini al Paese che non ha ancora iniziato la campagna o la fa lentamente, non gli fanno lo stesso danno che hanno fatto a noi che avevamo iniziato una campagna molto massiccia”.

Un “governo di salvezza nazionale”

La brusca e inattesa frenata nella fornitura dei vaccini incrocia la crisi di governo. Una crisi che non è formalmente aperta ma che è ormai assodata, nella sostanza, dopo che, una settimana fa, l’esecutivo Conte ha riottenuto, con numeri limitatissimi, la fiducia di Camera e Senato. E adesso, dopo alcuni giorni di stallo, il premier Giuseppe Conte avrebbe in mente un progetto più definitivo per sbloccare l’impasse. Si chiamerebbe “governo di salvezza nazionale”. Ma non sarebbe altro che un Governo Conte III, secondo uno scenario delineato dal Corriere della Sera. Un esecutivo basato su una maggioranza allargata a pezzi dell’area moderata del centrodestra e di cui farebbe parte anche Italia Viva di Matteo Renzi. Conte potrebbe quindi salire al Quirinale per formalizzare la crisi prima del voto in Parlamento sulla giustizia.

Il voto sulla relazione di Bonafede

Domani 26 gennaio, infatti, il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, presenta la sua relazione al voto del Senato. I numeri a suo favore sono così risicati che il riesplodere della crisi è dietro l’angolo. Il presidente del Consiglio rischia di ritrovarsi con un sostegno inferiore a quello ottenuto sulla fiducia. Si potrebbe allora aprire formalmente la crisi, sostiene il Corriere: Conte si dimetterebbe rivolgendo un appello a tutte le forze politiche affinché collaborino a un governo di “salvezza nazionale”. Sarebbe in quel momento che i centristi, fin qui poco propensi ad appoggiare Conte, uscirebbero allo scoperto per sostenere l’esecutivo.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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