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Civita di Bagnoregio candidata a Patrimonio mondiale dell’Unesco

È uno dei borghi più belli d’Italia, ma anche uno tra i più fragili, arroccato così com’è sullo sperone di roccia in tufo. Civita di Bagnoregio è una piccola frazione del Comune di Bagnoregio nel Lazio, al confine con l’Umbria ed in provincia di Viterbo. “La città che muore” – così definita dallo scrittore Bonaventura Tecchi – è immersa nella splendida Valle dei Calanchi e ancora oggi rappresenta una delle mete più visitate dai turisti, nonostante non ci viva quasi più nessuno.

Si tratta di un luogo a dir poco affascinante, sia d’estate illuminato dai raggi di sole, sia d’inverno avvolto da coltri di nubi che lo rendono surreale, magico. Di origini etrusche e medievali, Civita di Bagnoregio è raggiungile tramite un ponte pedonale di 600 metri che collega la collina più vicina alla porta d’accesso. Lungo il percorso è possibile ammirare un paesaggio davvero mozzafiato.

Proprio allo scopo di valorizzare e salvare questo piccolo gioiello italiano, il Consiglio esecutivo della Commissione Nazionale Italiana per l’Unesco ha deliberato la candidatura di Civita di Bagnoregio nella lista del Patrimonio Mondiale dell’Unesco. Il progetto è promosso dalla Regione Lazio e dal Comune di Civita di Bagnoregio, a cui ha collaborato il Ministero per i Beni e le Attività Culturali.

“La candidatura di Civita di Bagnoregio – ha detto il Ministro della Cultura Dario Franceschini – è il giusto riconoscimento della sinergia tra i diversi attori del territorio, tra pubblico e privato, per il conseguimento del primo, importante passo verso l’iscrizione di questo sito straordinario nella Lista del Patrimonio Mondiale Unesco. Ora è importante che il lavoro condiviso fin qui prosegua fino al raggiungimento del risultato, che premia un paesaggio culturale di enorme valore e bellezza”. Attendiamo quindi con fiducia il 2022, anno in cui è previsto l’esito.

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Manuela Valentini

Arte&Cultura

Manuela Valentini lavora tra Roma e Bologna. Laureata in Storia dell’Arte Contemporanea all’Università di Bologna, è curatrice indipendente di mostre d’arte contemporanea in Italia e all’estero. Tra i vari progetti realizzati, si ricorda New Future – una collettiva promossa da Visioni Future, MAMbo e BJCEM – durante la quale sono stati presentati i lavori di tredici artisti visivi selezionati al W.E.Y.A World Event Young Artist di Nottingham. Ha inoltre curato un focus a proposito dell’arte giovane italiana in occasione di Mediterranea 16, la sedicesima edizione della Biennale dei Giovani Artisti del Mediterraneo. Infine, nel 2014 ha portato un’installazione di Marcos Lutyens in esposizione al MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna. Iscritta all’ordine dei giornalisti dell’Emilia-Romagna, si è occupata di due rubriche (Ritratto del curatore da giovane e L’altra metà dell’arte) per Exibart – per cui continua a scrivere – ma l’esordio in ambito giornalistico è avvenuto nel 2010 sulle pagine culturali de Il Resto del Carlino.

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