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Covid, verso il nuovo Dpcm. Speranza: “Divieto di spostamento anche in zona gialla. L’epidemia è in espansione”. Perché ci aspettano i mesi più duri

Proroga dello stato di emergenza al prossimo 30 aprile

Fra tre giorni L’Italia avrà una nuova normativa anti Covid. L’epidemia si allarga e il governo corre ai ripari preparando un nuovo Dpcm. Oggi 13 gennaio alla Camera è intervenuto il ministro della Salute, Roberto Speranza e stasera il Consiglio dei ministri potrebbe già varare un decreto per la proroga allo stato di emergenza fino al 30 aprile. Nonostante il Cts abbia chiesto di mantenerlo fino a luglio. Un provvedimento da accompagnare a un Dpcm di Conte con le misure anti-movida e non solo.

Bar dopo le 18 e i colori nel weekend

In bilico lo stop all’asporto per i bar dopo le 18 (le Regioni sono contrarie). Ma anche la “colorazione” dell’Italia – la fasce di rischio Covid che abbiamo imparato a conoscere – nel fine settimana. Arancioni per tutti oppure legati alla zona in cui si trova ciascuna regione? Vedremo. Sul tavolo anche le modalità della riapertura degli impianti sciistici. Non è detto che riaprano il 18 gennaio: è molto probabile un nuovo rinvio. I musei, invece, dovrebbero riaprire nelle zone “gialle”.

Spostamenti limitati ma c’è la zona bianca

Sarà prorogato il divieto di spostamenti tra regioni, anche gialle, così come fissato nel decreto Natale. “Nel nuovo Dpcm è intenzione del governo confermare il divieto di spostamento anche in zona gialla” ha riferito Speranza alla Camera. Arriverà anche la zona bianca, di cui ancora non si conoscono i dettagli. Sappiamo però – perché il dato è emerso nei giorni scorsi e anche VelvetMag ne ha dato conto -, che dovrebbe essere assegnata ai territori con indice Rt inferiore a 0,50. In teoria nella zona bianca non ci sarebbero più le forti limitazioni di adesso. L’obiettivo è di rendere possibile il lavoro e un minimo di ripresa economica.

Il 2021: una maratona dura da vincere

Il nuovo Dpcm, destinato a sostituire quello varato lo scorso 3 dicembre e in scadenza il 15 gennaio, avrà come obiettivo quello di accompagnare il Paese nella pandemia per i prossimi mesi. Lunghe settimane che, malgrado la campagna vaccinale sia cominciata, si preannunciano come piuttosto duri. Per il ministro della Salute, Roberto Speranza “siamo all’ultimo miglio, serve uno sforzo unitario. La collaborazione tra governo, regioni e comuni ci ha consentito di resistere anche quando siamo stati investiti dalle onde più alte. Non c’è altra strada diversa dall’unita per affrontare questa emergenza”. “Ora sappiamo che il Covid ha i mesi contati – ha aggiunto Speranza – e con i vaccini sconfiggeremo questo virus. Però non abbiamo ancora vinto e non dobbiamo sbagliare. Siamo alle prime battute di una lunga e difficile maratona“.

La situazione epidemiologica in Italia

“Questa settimana c’è un peggioramento generale della situazione epidemiologica in Italia – ha proseguito Speranza nel suo intervento alla Camera -. Aumentano le terapie intensive, sale l’indice Rt e crescono focolai sconosciuti. 12 regioni e province autonome sono ad alto rischio, 8 sono a rischio moderato di cui 2 in progressione a rischio alto e una sola regione è a rischio basso. L’epidemia è nuovamente in una fase espansiva. Quando tutti i parametri peggiorano contemporaneamente abbiamo l’obbligo di prendere nuove misure e il governo ritiene inevitabile prorogare al 30 aprile stato di emergenza”. Speranza ha quindi parlato dei dati della pandemia nel mondo e in Europa. “In tutta Europa sta montando una forte tempesta – ha detto -, adesso il virus continua a circolare con forza crescente, anche se con i vaccini verrà piegato. Nel mondo c’è un decesso ogni 4080 abitanti e in Ue 1 caso confermato ogni 27 abitanti, sono numeri terribili“.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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