Primo piano

Covid: “Con risorse scarse si sceglierà chi curare”, polemiche sulla bozza del Piano pandemico. In Italia oltre 700mila vaccinati, allarme a Pechino: 500mila tornano in lockdown

Predisposta una bozza del documento per le strategie anti-pandemia 2021-2023

“Se le risorse sono scarse fornire i trattamenti a quei pazienti che hanno maggiori possibilità di beneficio”. È questa la frase che ha scatenato dure polemiche in Italia sul nuovo piano pandemico 2021-23. Intanto prosegue la campagna vaccinale in tutto il Paese. Sono 718.707 le dosi di vaccino finora somministrate. Attese le misure del nuovo Dpcm con le relative fasce per le Regioni. La situazione Covid si aggrava anche in Cina: nella capitale Pechino mezzo milione di persone sono di nuovo tornate in regime di lockdown.

Aspre critiche al Piano

Per ora è soltanto una bozza ma ha già suscitato indignazione. Il Piano pandemico dell’Italia è nella bufera. Il ministro Speranza sottolinea che nella bozza non è inserita la norma sul “weekend arancione” e che, se non si fossero introdotte le restrizioni in vigore nel periodo natalizio, i numeri del contagio da Covid sarebbero ben peggiori. La bozza del Piano sarà sottoposta alle Regioni e indica una serie di misure per fronteggiare future, possibili pandemie. Ma è il riferimento all’aspetto etico che ha subito accesso la discussione. “È solo una bozza informale condivisa con i soggetti interessati e destinata a raccogliere indicazioni e modifiche”, spiegano dal Ministero della Salute. Il tema scottante ed eticamente delicato è quello della scelta di quali cittadini curare. I principi di etica, si sostiene nel Piano, possono consentire di allocare risorse scarse in modo da fornire trattamenti necessari in maniera preferenziale a quei pazienti che hanno “maggiori probabilità di trarne beneficio”.

Le strategie anti-pandemia

La bozza del Piano (140 pagine) indica le strategie operative. Garantire mascherine e dispositivi di protezione, effettuare esercitazioni ma anche elaborare la catena di comando (chi fa che cosa) e provvedere a “piattaforme” per il rapido sviluppo di farmaci antivirali antinfluenzali e vaccini pandemici contro virus influenzali aviari. Fondamentale sarà garantire la disponibilità di forniture annuali di vaccino contro l’influenza stagionale da fonti nazionali o internazionali. Ma non basta. Occorrerà disporre e mantenere una riserva nazionale/regionale di farmaci antivirali durante la fase inter-pandemica definendo le modalità di accesso alle riserve.

Lotta alle fake news

Spazio nel Piano pandemico dell’Italia anche al ruolo della corretta comunicazione. Le autorità considerano fondamentale l’impegno intenso contro le fake news. La pandemia Sars-CoV-2/Covid-19, afferma il documento, “conferma l’imprevedibilità di tali fenomeni.” Ma anche che “bisogna essere il più preparati possibile ad attuare tutte le misure per contenerli sul piano locale, nazionale e globale”. Il documento arriva dopo le polemiche dei mesi scorsi sul mancato rinnovo dello stesso Piano pandemico. E dopo un’indagine da parte della Procura di Bergamo.

Cina di nuovo in crisi

Dall’Italia alla Cina, il Paese da cui, per quello che ne sappiamo finora, tutto è cominciato. A Pechino in 500mila tornano in lockdown. Ci sono forti timori di un focolaio di Covid-19. Le autorità stringono le maglie delle regole anti coronavirus anche per arginare i rischi nella capitale cinese in vista della festività del Capodanno lunare cinese, che comincia fra un mese esatto, il 12 febbraio. Tutti i villaggi rurali nel distretto di Shunyi, alla periferia nord di Pechino, e vicino all’aeroporto, sono bloccati per almeno tre giorni. Il tempo necessario a effettuare un nuovo ciclo di test di massa. Presentando il piano, Zhi Xianwei, funzionario della municipalità, ha riferito che 518mila residenti su un totale di 1,2 milioni non saranno autorizzati a lasciare i villaggi fino al termine dell’attività di test.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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