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Senato Usa, ballottaggi in Georgia: per la prima volta vince un afroamericano, Warnock. Pence a Trump: “Non posso bloccare la vittoria di Biden”

Il Congresso certifica la nomina del nuovo presidente ma il tycoon organizza una marcia di protesta

I democratici sognano una nuova impresa in Georgia, oggi 6 gennaio, nel giorno in cui il Congresso certificherà ufficialmente la vittoria di Joe Biden alle elezioni del 3 novembre. Al voto per le presidenziali Biden ha infatti riconquistato la Georgia a quasi 30 anni di distanza dalla di vittoria Bill Clinton. E ora la Cnn ha dichiarato il reverendo democratico Raphael Warnock vincitore di uno dei due duelli nel Peach State (lo Stato della pesca, come viene definita la Georgia) per il Senato.

La Marcia per Trump

Col 98% delle schede scrutinate Warnock è in testa sulla senatrice repubblicana uscente Kelly Loeffler 50,5% a 49,5%, con un margine di circa 36 mila voti. Ma i fan di Trump non ci stanno. E per oggi 6 gennaio è convocata a Washington la March for Trump. Una manifestazione a sostegno del presidente uscente che non vuole lasciare la Casa Bianca né ammette di aver perso le presidenziali. Ma rilancia sui fantomatici presunti brogli mai effettivamente dimostrati.

Democratici verso la “doppietta” al Senato

Se il successo fosse confermato, il reverendo Warnock sarebbe il primo senatore afroamericano della Georgia, ex Stato schiavista: un traguardo storico. Testa a testa invece nell’altro duello. Con il 98% di voti scrutinati, il dem Jon Ossoff si attesta al 50,1% contro il 49,9% del senatrice uscente David Perdue. Il primo ha un vantaggio di circa 9.000 preferenze. Gran parte dei restanti voti da contare inoltre appartengono a contee a maggioranza democratica. Ciò renderà possibile la “doppietta” del partito dell’Asinello. In tal caso il Partito democratico avrebbe 50 senatori come i repubblicani, ma la vicepresidente Kamala Harris farebbe da ago della bilancia.

Il reverendo che predica dal pulpito di M.L. King

Se invece il Grand Old Party (Gop, i repubblicani) conquistasse almeno uno dei due seggi, manterrebbe la maggioranza. A quel punto Joe Biden sarebbe costretto a negoziare ogni legge e ogni nomina. Il reverendo Raphael Warnock ha già tenuto una sorta di discorso della vittoria: “Georgia, sono onorato dalla fiducia che hai dimostrato in me, andrò al Senato a lavorare per tutti i georgiani“, ha detto il predicatore, che ad Atlanta ha ereditato il pulpito di Marther Luther King.

La certificazione della vittoria di Biden

Ed è con la giornata dell’Epifania, oggi 6 gennaio, che a Washington si consumerà l’ultimo atto delle controverse e contestate elezioni presidenziali del 3 novembre 2020. Il Congresso si riunirà in sessione congiunta a partire dalle 13 – le 19 in Italia -. Deputati e senatori procederanno alla conta formale dei voti del collegio elettorale – 306 per Biden, 232 per Trump -. Il vicepresidente uscente degli Stati uniti, Mike Pence, presiederà la sessione. Aprirà i certificati dei voti elettorali inviati dai vari stati, i cui grandi elettori si sono riuniti lo scorso 14 dicembre, chiedendone la lettura a voce alta ai rappresentanti dei due partiti. Mano a mano che verranno lette le certificazioni di ciascuno stato, Pence chiederà all’aula se vi sono obiezioni ufficiali. Dal canto suo il vicepresidente Usa ha detto a Trump di non credere di avere il potere di bloccare la certificazione della vittoria di Joe Biden da parte del Congresso. In tal modo ha di fatto respinto le pressioni del tycoon che lo invitavano a non procedere. A riferire la notizia è il New York Times che cita fonti a conoscenza del loro colloquio.

 

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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