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Etna, forte eruzione nella notte: boati e fontane di lava

Balconi, strade e auto annerite dalla cenere a Catania

L’Etna torna a eruttare e dà spettacolo. Il vulcano siciliano – il più alto di tutta la placca euroasiatica, con i suoi 3.350 metri alla vetta – è in attività dalla tarda serata di domenica 13 dicembre. Una nuova eruzione sul cratere di Sud Est ha generato imponenti colate laviche nel corso della notte. Fontane di lapilli sono rimaste visibili perfino dalla Calabria, al di là dello Stretto di Messina. Forti boati e tremori hanno accompagnato l’intensa attività vulcanica.

Una “pioggia nera” sulla città

Una notevole emissione di cenere sottile è precipitata, come fosse pioggia, anche su Catania. Auto in sosta, terrazzi delle case, strade e marciapiedi si sono letteralmente anneriti. Un fenomeno, quest’ultimo, che si è già esaurito, come l’attività al cratere che appare in decremento al mattino del 14 dicembre. Il fenomeno al momento non impatta sull’attività operativa dell’aeroporto internazionale Vincenzo Bellini di Catania. Sul fronte dell’attività effusiva, secondo le immagini riprese dalle telecamere di sorveglianza dell’Ingv-Oe di Catania, la colata lavica prodotta dalla fessura Sud sembra essere ora inattiva. Mentre quella che emerge da Sud-Ovest è meno alimentata. Inoltre, sono stati osservati tre flussi piroclastici che che si sono sviluppati con l’apertura della fessura eruttiva di Sud-Ovest. Quello più avanzato ha superato il monte Frumento Supino.

Il fenomeno delle fontane laviche

Sono stati registrati anche fenomeni di fontane laviche, con l’emissione di materiale incandescente, durante i quali si sono avuti i valori massimi dell’ampiezza del tremore vulcanico. Si tratta di valori che, allo stato attuale, mostrano modeste oscillazioni. E rimangono comunque, su livelli elevati. La posizione delle sorgenti del tremore risulta localizzata nell’area del cratere di Sud-Est. L’attività infrasonica – rilevata con microfoni che misurano variazioni di pressione – continua ad essere sostenuta, pur mostrando una chiara tendenza al decremento della frequenza di accadimento e dell’ampiezza degli eventi analizzati. La rete Gps e quella clinometrica (misura le variazioni di inclinazione della superficie terrestre) non mostrano deformazioni significativa in corso.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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