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Covid, Lamorgese negativa: il tampone era un “falso positivo”

La titolare dell'Interno aveva dovuto abbandonare il Consiglio dei ministri

Luciana Lamorgese, ministra dell’Interno del governo Conte, non è mai stata positiva al coronavirus. Il test molecolare eseguito lunedì scorso 7 dicembre, comunicato come positivo, si è rivelato errato. Lo ha reso noto oggi 11 dicembre lo stesso Viminale. Luciana Lamorgese ha ripetuto il test molecolare nelle giornate di mercoledì 9 e di giovedì 10 dicembre. In entrambi i casi il test è risultato negativo. La titolare dell’Interno riprenderà la sua attività istituzionale nella giornata di sabato 12 dicembre.

“Errore per un evento raro”

La direzione generale dell’ospedale Sant’Andrea di Roma ha rivelato che la positività della ministra dell’Interno al tampone del 7 dicembre è da attribuirsi a un evento, raro ma possibile. Vale a dire a un errore nell’elaborazione del campione. Per togliere ogni scrupolo, Luciana Lamorgese si è sottoposta, come detto, a due successivi tamponi molecolari del coronavirus: uno il 9 dicembre e l’altro il giorno successivo, il 10 dicembre. Entrambi i tamponi, spiegano dall’ospedale, “sono risultati negativi”. A quel punto si è compreso come il risultato del primo tampone fosse un “falso positivo”.

Il Consiglio dei ministri interrotto

A causa, però, di quell’erronea positività al virus, Lamorgese si era allontanata dalla riunione del Consiglio dei ministri lo scorso 7 dicembre e si era messa in isolamento. La riunione del governo era stata dapprima interrotta. Salvo poi riprendere e quindi terminare dopo pochi minuti. Come Lamorgese, i ministri degli Esteri e della Giustizia, Luigi Di Maio e Alfonso Bonafede, si erano messi in quarantena per precauzione. Oggi 11 dicembre, tuttavia, l’ospedale Sant’Andrea di Roma ha diramato la “rettifica”, se così possiamo dire, al risultato del tampone iniziale della ministra dell’Interno, che era sbagliato.

Al lavoro sulla sicurezza per il Natale

Adesso si volta pagina. Luciana Lamorgese rientrerà al lavoro e sulla scrivania troverà molti dossier da riprendere in mano. Primo fra tutti quello di assicurare l’ordine pubblico per le tormentate festività natalizie, data l’emergenza Covid e le restrizioni ai movimenti degli italiani dal 21 dicembre al 6 gennaio prossimi. “Sarà un Natale di sacrifici, dovremo continuare con delle limitazioni alla nostra mobilità anche tra Comuni oltre che tra regioni – aveva già spiegato la ministra la scorsa settimana -. Proprio nel periodo natalizio dovremo allontanarci dalle nostre tradizioni, del Natale tutti insieme. Un sacrificio necessario che ci consentirà poi di affrontare l’anno nuovo in maggiore sicurezza”, aveva concluso.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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