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Tutti pazzi per le sneakers Lidl, andate a ruba in poche ore

E sul web impazza un "reselling" a cifre folli

Nell’arco di poche ore i consumatori hanno letteralmente “polverizzato” tramite massicci acquisti le scarpe e ciabatte a marchio Lidl, nota catena discount della grande distribuzione. Secondo quanto riporta online il Corriere della Sera, negli oltre 660 punti vendita italiani di Lidl molte delle nuove sneakers della collezione appositamente creata per i “fan” del supermercato sono state acquistate semplicemente per farne veicolo di guadagno online.

La rivendita sulla Rete

In vendita al dettaglio a soli 12,99 euro, hanno invaso i marketplace virtuali di mezza Europa, offerte a cifre da capogiro. Anche a centinaia e centinaia di euro. Per quanto posa apparire strano, le colorate e vistose tonalità delle scarpe Lidl hanno conquistato il cuore di migliaia e migliaia di fashion victim. Disposti ad averle a qualunque costo. Sui più popolari siti di annunci della Rete, quali ad esempio eBay, si trovano in vendita da parte di privati anche a oltre 2mila euro. Buona parte delle sneakers viene però venduta in modalità “Compralo Subito” a un prezzo compreso tra i 50 e i 100 euro. Secondo Corriere.it il caso più clamoroso è quello di un paio numero 37: messo in vendita lunedì pomeriggio alle 18.12, dopo aver ricevuto 17 offerte da tre utenti diversi è ora arrivato a costare 251 euro: un incremento di oltre il 1.800% sul prezzo originario Lidl.

Il precedente della linea di vestiario

Già nel corso della passata estate la Lidl aveva inaugurato una sua linea di abbigliamento. Le vendite, ricorda il sito del quotidiano Il Riformista, erano cominciate in Gran Bretagna, Germania, Belgio e Finlandia. In brevissimo tempo il successo si era rivelato clamoroso e le scorte pressoché esaurite. I vestiti Lidl erano andati letteralmente a ruba anche se, come avviene in questi casi di consumismo di massa, non è immediatamente comprensibile il perché. È però in un contesto del genere che ben presto le sneakers di cui parliamo si sono imposte come status symbol da possedere a tutti i costi. Un vero e proprio feticcio per gli appassionati dello streetwear.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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