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È morto Gigi Proietti

L'attore aveva 80 anni e da alcuni giorni era ricoverato in clinica

Addio a un grande mattatore della scena teatrale italiana e non solo: è morto nella notte fra ieri e oggi 2 novembre Gigi Proietti, aveva 80 anni. Ricoverato da giorni in una clinica romana per accertamenti, Proietti era stato colpito da un grave scompenso cardiaco. Da subito le sue condizioni erano apparse molto serie. Proprio oggi 2 novembre Proietti avrebbe compiuto 80 anni. In una carriera lunga oltre 50 anni ha spaziato dal cinema al teatro. Memorabile il successo di A me gli occhi, please. “Nelle prime ore del mattino – spiega la famiglia – è venuta a mancare all’affetto della sua famiglia Gigi Proietti. Ne danno l’annuncio Sagitta, Susanna e Carlotta. Nelle prossime ore daremo comunicazione delle esequie”.

Una carriera di attore totale

Già in passato, nel 2010, Proietti era stato ricoverato per una forte tachicardia. Era nato a Roma nel 1940, appassionato musicista e cantante fin dalla giovinezza, durante l’università si era avvicinato al teatro sperimentale. Nel 1970 aveva trionfato nel musical “Alleluja brava gente”. Da allora, la sua carriera è diventata una serie di successi a teatro, al cinema e in televisione, ma fu anche doppiatore (tra gli altri di Marlon Brando, Robert De Niro, Dustin Hoffman e il Genio di Aladin di Walt Disney), regista e poeta teatrale. È stato l’eterno Mandrake di Febbre da cavallo, il maresciallo Rocca della tv e il Gastone teatrale. Dall’Accademia al teatro d’avanguardia, dal teatro Tenda al varietà e alla tv attraversa oltre mezzo secolo di spettacolo italiano, con l’eleganza di un maestro di tecnica, ironia e carisma che sa parlare al pubblico più evoluto come alla grande platea degli spettatori televisivi.

Teatro, film e fiction

In circa 50 anni di attività ha collezionato 33 fiction, 42 film, 51 spettacoli teatrali di cui 37 da regista. Oltre ad aver registrato 10 album come solista e diretto 8 opere liriche. Una carriera teatrale, da A me gli occhi please, passando per Shakespeare, che aveva riassunto in uno spettacolo Cavalli di battaglia scelto per festeggiare nel 2016 i suoi 50 anni in scena coronati dalla direzione quindicennale dell’elisabettiano Globe Theater di Roma. Anche se molto prima la sua scuola, e la sua vocazione di maestro, si era espressa al Brancaccio, di cui fu direttore dal 1978, insieme a Sandro Merli, per dare vita ad una fucina di talenti tra cui figurano Flavio Insinna, Chiara Noschese, Giorgio Tirabassi, Enrico Brignano, Massimo Wertmüller, Paola Tiziana Cruciani, Rodolfo Laganà, Francesca Reggiani, Gabriele Cirilli e Sveva Altieri.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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