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Coronavirus: Italia verso il livello 4, vicini al lockdown

Si tratta dello scenario di maggior pericolo dovuto a troppi contagi

La pandemia del coronavirus continua la sua marcia inarrestabile. Giovedì 29 ottobre si sono registrati 26.831 nuovi casi. Come riporta online l’Ansa, ciò significa una cosa concreta: appare sempre più realistico per il nostro Paese lo scenario 4, l’ultimo più grave previsto dagli esperti. Si tratta di uno scenario caratterizzato da una “situazione di trasmissibilità non controllata con criticità nella tenuta del sistema sanitario nel breve periodo”. L’affermazione è contenuta nel documento “Prevenzione e risposta a Covid-19”, redatto da ministero della Salute e Istituto Superiore di Sanità (Iss). Si avvicina dunque l’ipotesi più critica. Quella che, stando alle direttive del ministero della Salute, scatta in una “situazione non gestibile con le misure straordinarie già messe in atto”.

Indice di contagio elevato

Citando fonti “qualificate”, l’agenzia di stampa Ansa afferma che è molto probabile che il forte aumento dei casi abbia portato l’indice di contagio Rt (che indica le persone che possono essere contagiate da un individuo con il virus) oltre l’1,5. Cioè al di sopra del valore registrato fra il 12 e il 18 ottobre. Di scenari ha parlato anche il coordinatore del Comitato tecnico scientifico (Cts) Agostino Miozzo. “Sono allo studio tutte le misure – ha detto a Radio Popolare – siamo entrati nello scenario 3, c’è anche lo scenario 4. Quindi, che il lockdown sia una delle ipotesi – generale, parziale, localizzato, o come quello che abbiamo visto a marzo – era previsto.” “Speravamo, auspicavamo di non arrivare a quelle ipotesi. Ma se guardiamo anche ai Paesi accanto a noi, sono purtroppo ipotesi realistiche”.

Casi in crescita costante da 4 settimane

A rendere realistico il più critico degli scenari è l’aumento dei casi, che mostra ormai una progressione continua da almeno quattro settimane. Da allora la curva epidemica continua a mostrare un andamento chiaramente esponenziale, con tempi di raddoppio di circa una settimana. Aumenta di riflesso il numero dei nuovi decessi, con 217 in più in 24 ore, e quello dei ricoveri nelle unità di terapia intensiva, saliti di 115 unità. “È un brutto segnale perché a distanza di tempo i ricoveri in terapia intensiva finiscono per pesare sulla mortalità”, ha detto il fisico Enzo Marinari, dell’Università Sapienza di Roma.

Oltre 200mila tamponi al giorno

Il numero dei tamponi eseguiti ha toccato il nuovo record di 201.452 in 24 ore, ma è un incremento che non corrisponde purtroppo alla capacità di individuare tutti i casi. Lo indica il rapporto fra casi positivi e tamponi, del 13,3%. “Il dato indica che il tracciamento è perso se il numero di positivi misurato è così grande. Il 13,3% è un valore molto alto”, ha osservato. “In queste condizioni il numero che leggiamo per i nuovi positivi è molto inferiore a quello reale: quando i rapporti diventano così alti, molti sfuggono e il numero reale si comincia a perdere”.

Sei regioni a forte rischio

Lombardia, Liguria e Piemonte sono le regioni in cui la situazione è più critica. Al Centro sono Lazio e Toscana le regioni con più problemi, ma tengono ancora, e al Sud la regione con più criticità è la Campania. La scommessa con la possibilità di piegare la curva epidemica si giocherà nei prossimi giorni. “Saranno cruciali per cercare di implementare le regole decise dal governo”, ha detto Marinari. I primi risultati, ha aggiunto, “potrebbero cominciarsi a vedere già fra quattro o cinque giorni e la speranza è di poter cominciare a vedere un leggero calo dei nuovi positivi fra una settimana”.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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