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“1600 per non fare nulla”, ad Amburgo la borsa di studio più pazza del mondo

L’Università di Amburgo, in particolare l’Accademia di Belle Arti, in Germania, ha pubblicato il bando di concorso per tre borse di studio senza precedenti in Europa. Forse nel mondo.

Gli studenti che se le aggiudicheranno riceveranno 1.600 euro per non fare assolutamente niente. Obiettivo: rispondere a una domanda umana e sociologica: “Da cosa posso astenermi in modo che la mia vita abbia meno conseguenze negative sulla vita degli altri?”.

Si tratta di un esperimento sociale. L’obiettivo di far restare una persona inattiva serve a studiare meglio il comportamento umano con l’intenzione di migliorarlo nelle relazioni con gli altri. “Non fare nulla non è molto facile“, spiega chi ha immaginato questa iniziativa, ossia l’architetto Friedrich Von Borries al quotidiano britannico The Guardian.

L’idea è nata a partire da una dicotomia della nostra società occidentale. Da un lato si punta alla sostenibilità dei comportamenti. Attraverso una vita quotidiana e abitudini più sobrie, essenziali, volte a eliminare ogni sorta di spreco. Dall’altra, però, il nostro mondo valorizza il successo e il benessere materiale egoistico più di ogni altra cosa.

Secondo il professor Von Borries quello dell’Università di Amburgo è un “esperimento con intenzioni serie”. A partire da un quesito chiave: “Come si può trasformare in meglio una società fortemente strutturata sui risultati e le realizzazioni da raggiungere?”.

Le domande sono aperte fino al prossimo 15 dicembre. La borsa sarà assegnata a metà gennaio 2021, al momento della consegna di un rapporto sull’esperienza che gli studenti hanno effettuato. I candidati possono liberamente determinare la durata della loro inattività e dovranno dichiarare dall’inizio cosa eviteranno di fare. Le candidature comporranno poi una mostra dal titolo “La scuola dell’inconseguenza: verso una vita migliore” che prenderà il via il prossimo novembre ad Amburgo.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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