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Addio a Jacqueline Sauvage, donna simbolo della rivolta contro i mariti violenti

Jacqueline Sauvage è morta in Francia a 72 anni. Era diventata il simbolo delle violenze coniugali che molte donne subiscono ogni giorno. La notizia è riportata online dall’Ansa.

La Sauvage aveva assassinato il marito violento. L’allora presidente della Repubblica, François Hollande, l’aveva graziata. Secondo il quotidiano La République du Centre, che per primo ha rivelato l’informazione, la donna è morta il 23 luglio scorso e i funerali si sono già tenuti nella massima riservatezza.

Oltralpe si moltiplicano in queste ore i messaggi di cordoglio e tristezza. “Era divenuta la portabandiera della lotta contro le violenze coniugali”, ha detto l’attrice Muriel Robin, che interpretò il personaggio di Jacqueline Sauvage in televisione.

Nel 2015 i giudici condannarono in appello Sauvage a dieci anni di carcere per aver ucciso il marito con tre colpi di fucile nel 2012. Ma nel 2016 la donna ricevette la grazia presidenziale. La notizia della sua morte è stata annunciata soltanto mercoledì 29 luglio dalle tre figlie, che non hanno parlato delle circostanze del decesso.

Nel corso dei suoi 47 anni di matrimonio, la donna aveva subìto violenze e abusi quotidiani, così come due delle tre figlie. E anche il figlio maschio della coppia. Quest’ultimo si era suicidato poco prima che Sauvage uccidesse il marito, ma lei lo scoprì solo quando era già in prigione.

La condanna provocò una grande mobilitazione in tutta la Francia per chiedere che le venisse concessa la grazia. E che fossero modificate le leggi sulla legittima difesa, aggiungendo la categoria di “legittima difesa differita” per includere quei casi in cui il pericolo di morte è “costante” e quindi vi rientrano molti casi di violenza contro le donne.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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