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Accordo sul Recovery Fund, Conte: “All’Italia 209 miliardi, ora dobbiamo correre”

Una dotazione di 750 miliardi di euro inclusi 390 miliardi di sussidi. Quasi un terzo della cifra, 209 miliardi pari al 28%, destinati all’Italia. Il bilancio fissato a 1.074 miliardi. Queste le cifre del Recovery Fund definitivamente stabilito in queste ore dai leader dopo i più lunghi negoziati della storia dell’Unione europea. A seguito di quattro giorni e quattro notti di meeting, trattative, scontri e compromessi i negoziatori italiani portano a casa un risultato in vista delle misure da adottare per risollevare l’Italia dal baratro del coronavirus. Sia sul piano sanitario che economico e sociale.

“Una grande responsabilità”

Adesso dunque arriva da Bruxelles un accordo che analisti e commentatori non esitano a definire storico. Sul Recovery Fund come sul Bilancio Ue 2021-2027. “Avremo una grande responsabilità – ha dichiarato il premier Giuseppe Conte -: con 209 miliardi abbiamo la possibilità di far ripartire l’Italia con forza e cambiare volto al Paese. Ora dobbiamo correre”. “Siamo soddisfatti – ha proseguito -: abbiamo approvato un piano di rilancio ambizioso e adeguato alla crisi che stiamo vivendo. Abbiamo conseguito questo risultato tutelando la dignità del nostro Paese e l’autonomia delle istituzioni comunitarie”.

“Decisione storica”

Il Recovery fund “è la priorità e spero possa contribuire a distrarre l’attenzione morbosa attorno al Mes”, ha detto Conte in conferenza stampa al termine del Consiglio europeo. Per il commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni, il “Recovery è la decisione più importante dopo l’Euro”. “Per la Commissione che ha proposto il piano, comincia la sfida più difficile. L’Europa è più forte delle proprie divisioni”.

Europa più forte

“L’abbiamo fatto. Ci siamo riusciti. L’Europa è solida, è unita. È stato difficile”, le parole del presidente del Consiglio europeo, il belga Charles Michel. “L’Europa ha ora la possibilità di uscire più forte dalla crisi”, dice la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen. Parla di “buon segnale” all’Europa la Cancelliera tedesca, Angela Merkel, mentre il presidente francese, Emmanuel Macron, ha evidenziato le “conclusioni storiche” di un “vertice difficile” con “visioni diverse dell’Europa”.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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