Roma, separate gemelline siamesi unite alla testa: è la prima volta al mondo
Due gemelline siamesi, unite per la testa dalla nascita, nuca contro nuca, sono adesso libere di vivere la propria vita indipendente. Sono finalmente in grado di guardarsi negli occhi e abbracciarsi. Grazie a un intervento chirurgico – il primo al mondo di questo genere – effettuato all’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma. L’équipe medica ha potuto operare con successo le bambine dopo un anno di studi e più fasi chirurgiche.
Arrivate dall’Africa
Ervina e Prefina, 2 anni, sono giunte in Italia dalla Repubblica Centrafricana, uno dei paesi più poveri della Terra. Le gemelle siamesi “erano craniopaghe totali, una tra le più rare e complesse forme di fusione cranica e cerebrale. Avevano in comune le ossa dell’area posteriore del cranio e il sistema venoso. Ora stanno bene”, sottolinea l’ospedale romano.
Primo caso in Italia e nel mondo
Il loro “è il primo caso in Italia – e probabilmente l’unico al mondo (in letteratura non sono descritte operazioni simili) – di intervento riuscito su una coppia di craniopagi totali posteriori”, precisano i medici dell’ospedale del Gianicolo.
Specchi per farle riconoscere
Le due bimbe hanno “tante cose in comune, ma non la personalità, diversa e distinta: Prefina è giocherellona e vivace, Ervina più seria e osservatrice – raccontano i sanitari -. Per farle conoscere, e riconoscere, anche attraverso il contatto visivo prima della separazione, nell’ambito del percorso riabilitativo è stato utilizzato un sistema di specchi”.
Intervento finale di 18 ore
“L’intervento finale è durato 18 ore ed è stato preparato anche con diverse operazioni preparatorie intermedie. Interventi pianificati da un team multidisciplinare con l’ausilio di sistemi di “imaging” avanzati. L’ultimo, la separazione definitiva, il 5 giugno scorso, con un’operazione di appunto 18 ore e l’impegno di oltre 30 persone tra medici e infermieri”.
Le bimbe stanno bene
Oggi a un mese di distanza le bambine “stanno bene, hanno appena compiuto 2 anni e sono ricoverate nel reparto di Neurochirurgia in due lettini vicini, una accanto all’altra, insieme alla loro mamma. Hanno superato operazioni difficilissime, le ferite impiegheranno del tempo a rimarginarsi e il rischio di infezione è ancora presente”, avvertono i sanitari.
Crescita regolare
I controlli post-operatori “indicano che il cervello è integro. Il sistema ricreato funziona, il flusso di sangue si è adattato al nuovo percorso. Si trovano in una condizione – spiegano i medici del Dipartimento di Neuroscienze – che darà loro la possibilità di crescere regolarmente sia dal punto di vista motorio che cognitivo, e di condurre una vita normale, come tutte le bimbe della loro età”.