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Emanuele Filiberto di Savoia in politica? I pubblicitari stroncano il suo annuncio

Una brutta copia dei messaggi di Berlusconi. Così i pubblicitari stroncano il video con cui Emanuele Filiberto annuncia il lancio di un think tank e la sua discesa in campo – politica – per il futuro dell’Italia.

“Lo spot di Emanuele Filiberto è un brutto tuffo negli anni ’90 – commenta il pubblicitario Luciano Nardi secondo quanto riporta Adnkronos –. Il principe ha realizzato un video promozionale che comunicativamente è indietro di almeno 30 anni, senza alcuna innovazione. La cura dei particolari in comunicazione è fondamentale, lo sfondo dietro di lui è confusionario e poco curato”.

“Dai quadri, ai libri posizionati in modo posticcio, per finire con le abat-jour storte. Le immagini a corredo dello spot, poi, sono retorica pura. In un momento come questo l’Italia avrebbe bisogno di qualcosa di veramente concreto. Per assurdo sarebbe stato meglio, per una volta, vedere un principe lavoratore, magari senza giacca e con le maniche della camicia risvoltate e non in un lussuoso salotto”, aggiunge.

“Il principe – commenta lo spin doctor Davide Ciliberti – ha fatto come l’ultimo della classe, ovvero ha copiato, ma male. Pare infatti chiaro che l’ispirazione’ sia lo spot del Cavaliere al momento della sua discesa in campo. Il quale però, a differenza di quello del rampollo di casa Savoia, era realizzato professionalmente, ragionato, calibrato e stenografato sino ai più piccoli dettagli (la libreria, le foto della famiglia). In modo da passare, insieme al discorso, una serie di riferimenti simbolici”, spiega Ciliberti.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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