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I social più usati dagli italiani in quarantena: la classifica

Con una rapida crescita mondiale che il sito Key4Biz definisce “stratosferica”, il nuovo social network cinese Tik Tok si colloca in alto nella classifica dei personal media più usati dagli italiani in quarantena per il coronavirus. Sono – in tutto il mondo – oltre 2 miliardi gli utenti iscritti, stando di ai dati citati da Key4Biz.

Facebook e YouTube restano tuttavia sul podio dei social più utilizzati nel nostro Paese. Dall’indagine “Italiani e social media” di Blogmeter emerge come il social network di Mark Zuckerberg e la piattaforma video di proprietà di Google continuino a essere i preferiti.

Per i servizi di messaggistica, invece, al primo posto rimane imbattuto WhatsApp, seguito da Messenger. Il periodo di lockdown che stiamo attualmente vivendo, inoltre, ha aperto nuovi bisogni e ha visto un boom del download (e utilizzo) delle app di messaggistica e di teleconferenza, come Zoom.

Per la prima volta, inoltre, sale a posizioni di vertice in classifica anche Twitch. Si tratta di una piattaforma di live streaming di proprietà di Amazon. Lì è possibile trovare contenuti inerenti al mondo dei videogiochi, eventi sportivi in diretta, e-sports o in generale episodi di vita quotidiana. Utilizzano Twitch, attualmente, il 12% degli italiani.

Dai dati emersi si può dedurre come tra i maggiori utilizzatori di TikTok ci siano i più giovani, in particolare i ragazzi di età compresa fra i 15 e i 24 anni. Oltre al tanto amato Instagram, infatti, i ragazzi si spostano sempre più su nuove piattaforme, tra le quali anche Twitch. Per gli over 45, invece, i social preferiti rimangono Facebook e WhatsApp.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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