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Pasqua 2020: maxi controlli sulle strade, droni e posti di blocco

A un mese ormai dalla “chiusura” dell’Italia grazie al varo delle misure di contenimento del coronavirus la voglia di uscire almeno per Pasqua e Pasquetta è forte. Non mancano cittadini che già adesso, purtroppo, trasgrediscono le regole. Divieti di spostamento che, sebbene necessari, diventano sempre più difficili da accettare. E continueranno almeno fino al ponte del Primo Maggio.

Rischia chi va nella seconda casa

Così questo fine settimana di Pasqua sarà blindato. Le forze dell’ordine stanno varando piani di controlli serrati, con l’aiuto di droni e posti di blocco lungo le strade. Nel mirino soprattutto i “furbetti” delle seconde case. Coloro, cioè, che cercheranno, in barba alle restrizioni, di spostarsi e andare al mare o in campagna.

Il parametro R con zero

Cose normali fino a un mese fa. Non più adesso, tempo feroce e folle in cui ci è chiesto di recluderci in casa per arrestare la diffusione del virus. È consolante il fatto che, effettivamente, rallenta la crescita dei contagiati in Italia. Ma occorre arrivare al parametro R0 (erre con zero) inferiore a 1 per poter cominciare ad affermare di aver allontanato il Sars-CoV-2 e la patologia del Covid-19 che ne deriva. “L’obiettivo delle misure di contenimento come, ad esempio, il distanziamento sociale è la riduzione di R0 ad un valore inferiore a 1 – riporta il sito del ministero della Salute salute.gov.it -. Se R0 fosse ad esempio pari a 0,7, significherebbe che una persona non contagerà più nessuno (contagerebbe meno di uno, cioè meno di una persona, ndr.) e l’epidemia sarebbe contenuta”.

A che punto siamo adesso

“In questo momento – ha dichiarato il 9 aprile il ministro della Salute Roberto Speranza in relazione al parametro R0 – è molto probabile che siamo nella fase leggermente sotto il dato 1, un dato straordinario se si pensa che solo poche settimane fa eravamo oltre il 3. E che in alcune aree del paese siamo arrivati addirittura a 4″. “Questo significa che ogni persona contagiata ne contagiava altre 3 o 4, quindi c’era una moltiplicazione di tipo esponenziale e la curva cresceva in maniera drammatica”.

Perché serve ancora rigore

“Le misure quindi hanno funzionato – ha aggiunto il ministro – e finalmente possiamo provare a programmare il futuro. Nella consapevolezza che la sfida non è vinta e che dobbiamo continuare a rispettare le regole e mantenere il massimo del rigore. Al momento, infatti, non si può dire quando si avrà un calo dei casi giornalieri perché potrebbero aprirsi nuovi focolai”.

Prefetti e forze dell’ordine in allerta

Intanto una direttiva ai prefetti affinché rafforzino i controlli per Pasqua è stata firmata dal capo di Gabinetto del ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi. I dati sull’epidemia, si legge, mostrano “i primi segnali di efficacia delle misure di contenimento”. È quindi importante che queste misure “siano pienamente operative in vista delle imminenti ricorrenze pasquali”. “È del tutto evidente – si legge nella circolare – che, nell’attuale contesto emergenziale (…) non sarà possibile per la popolazione effettuare i consueti trasferimenti verso località a richiamo turistico“. Al riguardo, “al fine di confermare l’incisività delle misure di contenimento”, si invitano i prefetti a “dedicare la massima attenzione nella predisposizione di mirati piani di rafforzamento della vigilanza e del controllo sui movimenti”.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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