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Coronavirus, allarme dell’Onu: “Crolla la produzione di preservativi, gravi conseguenze”

Chiusura delle fabbriche. Stop alla produzione. A causa della pandemia di coronavirus si profila una carenza mondiale di preservativi. L’allarme è stato lanciato dal principale produttore mondiale di contraccettivi. Ma anche le Nazioni Unite indicano conseguenze “devastanti” della penuria di questi prodotti. Viene meno una difesa sanitaria importante contro la diffusione delle malattie veneree. Il riferimento dell’Onu è in particolar modo alla mancata fornitura di condom nei Paesi in via di sviluppo. Il problema riguarda però anche i Paesi più industrializzati.

Quasi la metà della popolazione mondiale è ora confinata nelle proprie case e le attività ritenute “non essenziali” sono chiuse in molti Stati. In Malaysia, uno dei primi produttori di profilattici, il lockdown è in vigore dal 18 marzo dopo un’impennata di casi Covid-19. Le restrizioni alle operazioni del colosso malese Karex, che produce un preservativo su 5 a livello globale, significano che l’azienda prevede di produrre 200 milioni di preservativi in meno del solito, da metà marzo a metà aprile.

Con altri produttori in tutto il mondo che hanno difficoltà nel portare i preservativi sul mercato a causa di problemi di trasporto, l’offerta globale sta quindi diminuendo bruscamente. In questo senso va l’avvertimento del direttore esecutivo di Karex, Goh Miah Kiat. “Il mondo affronterà senza dubbio una carenza di profilattici – ha confermato -. Anche mentre combattiamo il Covid-19, ci sono altre questioni che dobbiamo esaminare”.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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